L’opera è un tuffo nel passato, una passeggiata lungo il viale dei ricordi di chi è stato giovane negli anni ’60 e ’70, un viaggio tra oggetti dimenticati e tradizioni, un viaggio alla scoperta/riscoperta di un mondo senza cellullare, internet e decoder, un mondo in cui le partite si giocavano solo la domenica, la televisione era in bianco e nero e i bambini giocavano tranquillamente per strada. Dalla scuola alle vacanze al mare, dalle trasmissioni televisive alla vita di casa, un amarcord di emozioni e sentimenti.
In “Bevevamo a Garganella” l’autore, alla sua prima avventura come narratore, racconta la sua infanzia con un pizzico di nostalgia per le giornate che passavano lente e senza preoccupazioni, lontano dallo stress dei tempi moderni caratterizzati dalla presenza ingombrante dei social network e dal bisogno incessante di essere sempre connessi con il mondo intero. Fa rivivere esperienze, profumi e sensazioni destinati ad essere cancellati dalla memoria.
Massimo Rocca nasce ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani. Trasferitosi poi a Pisa compie i sui studi. Oggi è istruttore di piccoli ragazzi della scuola calcio e scrive per diletto poesie e racconti.