Questo è l’incipit di “Spalle al muro” l’ultimo romanzo della giovane Carolina Russo che nelle 154 pagine della sua opera, edita BookSprint Edizioni, ci porta a conoscere la caduta nell’abisso di Derek che, ormai incapace di gestire i dolori e le spiacevoli eventualità della vita, sceglie strade sbagliate, persone sbagliate, fino a finire nel tunnel della droga.
È l’eroina che piano piano toglie ogni cosa a Derek, che lo rende l’ombra della persona che era prima del suo ventunesimo compleanno. L’eroina che lo conduce a una vita/non vita devastata dalla dipendenza e dalle terribili crisi d’astinenza. Una vita all’insegna della fuga dal dolore a qualsiasi costo. L’eroina è per Derek un modo per non pensare di essere solo al mondo, per anestetizzare i sentimenti, ma è un anestetico micidiale che sostituisce dolore con altro dolore, che non placa ma intontisce, che svuota senza appello.
Questo romanzo di Carolina Russo (Firenze, classe 1995) arriva dopo il suo primo romanzo (scritto a solo 15 anni) “L’angelo di cristallo”, sempre ambientato a Berlino e che parla dell’amore omossessuale fra due ragazzi. Con quest’ultima opera, l’autrice accetta la sfida di riportare alla luce una problematica sociale purtroppo sempre davanti agli occhi; la droga. “Spalle al muro” è una lente d’ingrandimento sul/del problema ma lo fa senza pomposa retorica o stereotipata visione, lo fa raccontandoci davvero cos’è l’eroina e la terribile dipendenza che provoca, raccontandoci senza filtri come ci si può finire schiavo delle dipendenze, come ci si possa uscire e come non tutti riescono. Quello di Derek è il dolore di tutti noi, un dolore che scaturisce dall’amore, in tante sue differenti forme. È la storia di come a volte, nonostante spalle al muro, la speranza sia l’ultima a morire.