Con questi elementi ben combinati tra loro Antonio Pandolfi costruisce un libro corposo ed avvincente. Un romanzo che ha, addirittura, convinto i giurati dell’ultima edizione del concorso nazionale Casa Sanremo Writers, assegnandogli il titolo di finalista.
Un ottimo avvio, quindi, per Antonio Pandolfi che, nonostante gli impegni di grande responsabilità, relativi alla professione di medico cardiologo e geriatra, ha sempre coltivato, nell’intimità dei suoi momenti di pausa, la passione per la scrittura. Pescarese di nascita, Antonio oggi si presenta nella veste di scrittore esordiente e potrebbe – così come gli altri finalisti del concorso – raggiungere vette finora non immaginate, anche solo per pudore. Se la lunghezza del testo potrebbe costituire una remora alla lettura, è la fluidità del contenuto, invece, ad incollare il lettore alle pagine di questo libro in cui si ritraggono immagini del quotidiano comune, insieme a stanze dense di storia e di tradizioni. Senza nessuna anticipazione è possibile asserire che il personaggio più importante di tutto il romanzo sia Giacomo: presenza inquietante e misteriosa, che osserva e guida – alla stregua di un bravo regista – la sceneggiatura del suo film.
Contrapposte alle buie atmosfere medievali, l’autore ritrae fulgide scene di una dimensione futura, di problematiche e tenere immagini del presente. E’, infatti, con la dolcezza di un incontro romantico tra un uomo ed una donna che comincia il lungo romanzo di Antonio Pandolfi.
«Mentre parlava, l’uomo s’era accorto che, con il braccio teso in avanti per indicare, l’aveva quasi abbracciata e le teste erano talmente vicine che i capelli biondi della donna, mossi dolcemente dal vento, gli accarezzavano il viso».
Riuscirà con questo incontro a convincere i lettori e, magari, a vincere l’edizione 2015 di Casa Sanremo Writers?