La quindicenne, di nome Pam, nonostante la giovane età, ha ben poco della sua generazione. Toccherà proprio a lei e al suo fidanzato scontrarsi, confrontarsi con un mondo, quello dei giovani, appartenenti alla cosiddetta generazione “00”, difficile da capire e difficile da vivere. Il rapporto che nascerà e si svilupperà tra i due giovani non è bene o male, è psicosi, è autodistruzione semi-conscia.
Alberto Lettieri (Tivoli, 1990) dopo aver frequentato (inutili a suo dire) anni di ITIS e di scuola alberghiera, si iscrive ad “Arti e Scienze dello Spettacolo ed Editoria” all’Università Sapienza di Roma. Il suo primo romanzo è proprio “Pam", ma precedentemente ha pubblicato un racconto breve nell’antologia “Musica in.. Lettere!” dal titolo “See You Soon”. Attualmente è in uscita il suo secondo lavoro intitolato "Colorante Rosso Sangue" e presentato al concorso “La giara”.
“Pam” risulta essere un romanzo particolare. Stile, trama, protagonisti, sono estremamente sui generis e anche la forma scelta per il racconto è particolare per gli anni in cui viviamo, per il tema trattato e per la giovane età dell’autore. Si tratta, stranamente, di un romanzo epistolare. Trenta lettere sono il modo in cui Alberto Lettieri ha deciso di raccontarci il cammino dei due giovani, lettere in cui il protagonista scrive di sé stesso a sé stesso, trenta lettere che sono: “il modo più diretto per rendersi ridicoli./Il modo più diretto per aprirsi alla morte”, lettere che parlano di Pam, di quanto il protagonista ne sia innamorato, ma anche di quello che succede intorno ai due, della generazione “00”, cioè, di quelli nati poco prima del 2000, che hanno visto nascere Facebook, che hanno imparato che un modo sano di instaurare un qualsivoglia rapporto avviene, esclusivamente, attraverso la componente “social” della moderna società sempre online, di quella generazione che prima “appare” e poi diviene “essere”. Trattasi di una generazione che, quindi, vuole apparire prima di essere. L’autore, tuttavia, non è d’accordo con tale forzatura post-moderna della vita e in bocca al suo protagonista mette la sua critica: i social non aiutano i rapporti, li svuotano di significato. Se un’intera generazione di giovani vuole apparire diversa o alternativa, alla fine risulta uguale, piatta ed, infine, con poca speranza. Ma gli anni “00” sono ammiccanti, affascinanti. E’ facile essere corrotti dal loro seducente canto. Pam è questa generazione, forse il peggio di questa generazione. Lei vuole l’adulazione, non l’amore, lei ha bisogno di mostrare la sua vanità e non la sua bellezza. Lei è il prototipo di un nuovo essere umano divora-sentimenti, che distrugge tutto con una semplicità e un’innocenza spiazzante, lei divora persino il tempo: “L’essere umano è una clessidra che macina tempo come un obeso al McDonald’s.”