L’adolescenza nasconde problematiche cha apparentemente possono sembrare banali ma che se sottovalutate possono lasciare dei segni indelebili. C’è chi reagisce e da un brutto periodo ne esce migliorato e combattivo; c’è che si abbatte e sprofonda nell’oblio. Chiara Arciprete è una di quelle che ha vinto le sue paure ed è rinata. Oggi racconta la sua storia in un romanzo “Contro i mie occhi” edito dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel doppio formato cartaceo/e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta nella splendida Napoli, e frequento l’ultimo anno di Grafica e Comunicazione in un paesino in provincia di Caserta. Dopo la maturità ho intenzione di ritornare a vivere a Napoli.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente consiglierei di leggere un romanzo di Susanna Tamaro “Ascolta la mia voce” che invita ad ogni lettore di ogni età a riflettere sul senso della vita.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Bari. A 8 anni sono rimasto orfano di padre, a 9 sono andato in collegio a Porto Cesario, dove è cresciuto di più il mio amore per il mare infatti il collegio era proprio in riva a una baia fuori dal paese. A 11 anni son passato al collegio salesiano di Bari. A 14 sono andato con la famiglia a Milano, dopo qualche anno siamo tornati a Bari. A 19 anni sono andato via di casa. Volevo andarmene prima: ma mia madre riusciva sempre a bloccarmi.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono stato il quinto di una famiglia di sette figli. Ho sempre cercato di collaborare con i miei fratelli e con i miei genitori. Ho avuto i miei amici ma ho sempre fatto attenzione a non seguire consigli non attinenti alla mia indole che è sempre stata di bontà e di rispetto per gli esseri umani. Ho sempre avuto ammirazione per mio padre e per mia madre per la dedizione che hanno avuto per tutti i loro figli educandoli allo studio, alla fede in Dio e alla religione cattolica. Mi hanno sempre affascinato l'esistenza delle stelle, delle galassie, del nostro sistema solare e mi sono sempre chiesto da dove abbia avuto origine l'essere umano, e promisi a me stesso che un giorno avrei scritto un libro per riportare le risposte che avevo ricavato dalla mia vita vissuta. Mi hanno sempre appassionato le scienze della medicina, la biologia, la chimica, la fisica, l'astronomia, la psicanalisi, l'arte, la musica.
Una densa autobiografia che narra gli anni dell’infanzia di Maurizio Tiriticco, autore di “Balilla moschettiere-Memorie di un antifascista”. Il libro con le sue 236 pagine racconta dal punto di vista di un bambino che è vissuto nel periodo fasciata. Il volume pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è disponibile nel doppio formato cartaceo/e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Torino nel 1928. All'età di 5 anni mi sono trasferito a Roma, poi la mia adolescenza, i cinque anni del ginnasio, li ho trascorsi a Ostia. Dopo la guerra mi sono trasferito a Roma definitivamente.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non saprei! Forse i romanzi di Pasolini, duri, ma sempre attuali, significativi e grandi sollecitatori di riflessioni.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me la scrittura è un'evasione, la creazione di personaggi e mondi che come sogni mi aiutano a staccare momentaneamente la spina e mi sorreggono nell'andare avanti.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Non saprei, uso praticamente tutto ciò che mi circonda come fonte di ispirazione.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato ad agosto del 1980 a Marino vicino Roma ed ho vissuto e vivo tutt'ora a Monte Porzio Catone, un paese dei castelli romani. La scrittura nasce dalla esigenza di poter lasciare "le mie verità", il mio modo di vedere le cose che circondano e accompagnano la vita, giorno dopo giorno. Nel tentativo ambizioso di poter cogliere l'essenza e precipua finalità, da me ricercata, del significato dei misteri dell'esistenza, alla quale non sempre si ha una risposta. In oltre "scripta manent"! Ergo, anche nella possibile ipotesi che io non riesca a raggiungere una notorietà elevata, sono comunque persuaso dal fatto che da qualche parte, anche tra cento anni, qualcuno possa ancora leggere i miei testi e quindi in un modo o nell'altro io continuerò ad esistere.
Dall'uno al tutto, dall'essenza alla globalità. È un crescendo in rima quello che ci propone Stefano Viviani, l'autore romano di "Scaturimenti". Si tratta di una raccolta di poesie un po' sui generis, di sicuro particolare, pubblicata dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel solo formato cartaceo della brossura. L'opera, composta da 178 pagine, priva di titoli ma con ogni poesia che è presentata da un'immagine e con una gestione degli spazi bianchi sapiente ed oculata, è di un'intensità incredibile e riesce a trasmettere emozioni e sfumature che spesso le semplici parole non riescono a dire.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Io sono nato e cresciuto a Palermo, in Sicilia. Apprezzo e amo molto la mia terra per le sue caratteristiche naturali e per l'ampia impronta lasciata da tutte le dominazioni passate, con le opere monumentali colossali sparse in tutta l'isola, ho invece sempre provato un'intensa difficoltà ad adattarmi ad un certo tipo di mentalità, cultura e costume, ancora diffusi in un'abbondante fetta della popolazione, pur riconoscendo che il problema non è solo locale ormai da decenni o addirittura secoli. Tale mio difficile impatto con una realtà spesso troppo diversa dai miei ideali universali di solidarietà, correttezza, reciprocità e rispetto indiscriminato per tutti, soprattutto per i più umili e inermi, mi ha generalmente costretto a vivere quasi ai margini della società, in condizioni di permanente disagio e conflitto con me stesso e con l'ambiente esterno.