Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Da piccola adolescente ho letto su dei giornali le poesie dei loro lettori, come libera espressione.
A scuola il mio maestro ci invitò a partecipare alla stesura del giornalino di classe attraverso racconti di fantasia e del nostro vissuto, io ho composto delle poesie inedite di libera espressione, lui le trovò belle e le pubblico sul giornalino. Fu la mia prima pubblicazione.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un orario, ma uno stato d'animo in cui vengono fuori delle mie espressioni poetiche.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Preferisco gli antichi, Orazio.
Perché è nata la sua opera?
Per me.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tanto, se no, non descriverei e direi le mie parole nel modo in cui si leggono.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La mia realtà.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si. Un grande amore.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno, sono segreta.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so, spero bene.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
In certe circostanze va anche bene. Il libro per me si legge.