Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nasco a Milano nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso.
Dopo aver passato un'infanzia e adolescenza a fantasticare su storie, biografie di terzi, libri di astronomia, guardato programmi di approfondimento sulle varie sfere biologiche del nostro pianeta ed aver sbirciato, a più riprese, enciclopedie, (merito anche del fatto che all'epoca non esistevano i dispositivi elettronici), mi sono trovato a riflettere su molte cose, su molte storie durante la mia vita. Riflessioni che prendevano forma, dapprima su carta. Col tempo questi scritti diventarono sempre più importanti, sempre più ricchi di particolari. Arrivato sui trent' anni cominciai a partorire l'idea di scrivere un romanzo, di dare più corpo a questi miei scritti, fino a scrivere il mio primo romanzo. Un po' sull'impronta di scrittori famosi di cui non oso nemmeno farne il nome. Jurassic Park di Stephen Spielberg, ne è un esempio ispiratore.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Normalmente la mezza sera, quella prima di mangiare o appena dopo, quando mi rilasso e riesco a dedicare alla scrittura un po' di tempo in più essendo anche mentalmente rilassato. Oppure, in alternativa, la mattina, a mente fresca lucida, quando nessuno ancora si sveglia ed il silenzio impera sul panorama che mi sta intorno. Quando i pensieri diventano fluidi e pare quasi che si distendano sullo schermo del computer o, alla vecchia maniera, prendano vita sulla carta.
Il suo autore contemporaneo preferito?
È una domanda imbarazzante, ce ne sono diversi tra i quali Ken Follett, Jim Davidson, con la sua avventurosa scalata all'Everest, ma anche scrittrici italiane, come Silvia Avallone o Cristina Caboni. Diciamo che non ho un genere ben definito, ma qualsiasi cosa sia in grado di catturare la mia attenzione, come si suol dire " Tutto fa brodo!"
Perché è nata la sua opera?
Il mio racconto è frutto di ricerche remote nel tempo. Ho sentito parlare della protagonista per decenni, fintantoché ho pensato di regalarle questa mia "lettera", questo mio personalissimo lascito. Far conoscere la sua storia anche alle generazioni avvenire, almeno spero, che possa insegnare qualcosa anche a qualche altra persona riflessiva. Spero che qualcun altro, sfugga alla frenesia del vivere quotidiano per poter meditare e riflettere in cuor suo, sul significato della vita stessa. Ovvio per avere un minimo di certezza bisogna faticare almeno quanto basta. Ma tutta la nostra società, affogata nella sua frenetica ricerca della sicurezza economica è conscia del fatto che potrebbe accasciarsi, come nel caso del lockdown, provvedimento preso per contenere i contagi; tutto in un attimo?!
Questa è la riflessione finale sul quale mi piacerebbe che l'eventuale lettore possa concentrarsi, come invece non ha fatto la protagonista del romanzo, con il suo tristissimo epilogo.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Determinante! Questo è il motivo esistenziale dei miei libri, che una volta trattano il Fantasy, come evasione, ma anche qui, un contesto di riflessione; una seconda volta trattano i problemi dei ragazzi con difficoltà all'inclusione, un'alta volta si parla di fatti realmente accaduti per via del contesto sociale.
L'importante è non farsi prendere troppo dal nostro stile di vita. Sarebbe davvero deleterio per persone che riflettono sui nostri scopi esistenziali, sui nostri bisogni. Spiego: siamo sicuri che la felicità stia per forza in un alto tenore di vita? Che senso ha costruirmi una villa con giardino, se poi non ho il tempo per godermela? Ecco da qui scaturiscono le mie riflessioni.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi, dipende da quello che scrivo. Perché no, anche delle mie personalissime massime del periodo storico nel quale stiamo vivendo.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto, ogni libro è quasi un'autobiografia mescolata e mascherata nei vari personaggi, contesti storici e sociali, magari anche adattati alla mia personale visione delle cose.
Per chi non mi conosce è impossibile capire fin dove racconto di me stesso e dove no. Penso che qualsiasi scrittore metta della sua personalità, in modo discreto, in quello che scrive.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, assolutamente, le fonti, viventi o meno dalle quali ho tratto questo racconto, che siano essi persone viventi o oramai decedute.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A me stesso ... mia moglie, anche se lei non è una delle fonti a cui mi sono ispirato, come avrebbe potuto!? È nata molto dopo i fatti narrati, ma, stranamente, ho avuto da lei un buon responso "Profeta in patria..." non cale granché, però questa volta....
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo che l'ebook, con tutto il rispetto che ne ho, sia un ausilio del cartaceo, spero che non si perda mai questa abitudine. Per esperienza personale, leggere dal computer o dallo smartphone, mi stanca molto gli occhi e mi sa di svalutazione, ma ripeto, questa è solo la mia opinione personale. Rispetto l'idea di chi legge da un dispositivo elettronico
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Beh, tutti coloro ipo o non vedenti sicuramente sono avvantaggiati se dovessero comperare, o ricevere, in regalo un audiolibro, sì è un bel traguardo anche quello che sicuramente estende i confini della letteratura.