4. Perché è nata la sua opera?
È nata perché volevo mettere in luce questi testimoni del Vangelo che hanno dato la vita per il bene degli altri. Hanno vissuto la Politica Alta.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale nel quale ho vissuto e continuo a vivere ha influito moltissimo. Le radici sono state messe proprio nella mia tenera età. Quell'umile insegnante, or ora citata, è stata il fondamento della mia riuscita negli studi e nell'insegnamento.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è sempre stato un modo per raccontare con vivacità la realtà. Questi testimoni del Vangelo che ho presentato nel libro sono la manifestazione piena della realtà della vita. Sono uomini forti e generosi che hanno dato la vita per gli altri.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La mia vivacità, la passione per il regno di Dio, il desiderio di essere forte e generosa come questi uomini che hanno dato la vita per gli altri.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sono tutti molto interessanti. Mi ha toccato profondamente la vita del giudice Rosario Livatino per la passione per l'uomo sull'esempio di Cristo.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'ho fatto leggere all'Avvocato Nanni Ziaco perché ha scritto la presentazione al libro: "Rocce che non si frantumano: uomini politici costruttori di pace".
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Senz'altro sarà l'e-book. Non escluderei mai il cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Per me è importante. La tecnologia avanza e dobbiamo stare con i tempi. Però dobbiamo condurre i nostri giovani alla riflessione. Tenerli ore ed ore con gli auricolari aperti, prima di tutto avremo una generazione sorda, distratta e con la testa fra le nuvole.