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BookSprint Edizioni Blog

12 Giu
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Intervista all'autore - Angelo de Marco

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Il Paese che mi ha dato i natali è Porto Empedocle, località marittima-industriale della provincia agrigentina. Sono cresciuto tra il mio Paese natale e la splendente Palermo. Alla fine di ogni anno scolastico, insieme ai miei compagni di vita e di scuola, andavamo in giro per la nostra bella Italia per conoscere meglio le bellezze storiche delle città del nord che erano state oggetto dei nostri studi dell’anno scolastico appena concluso.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Guardando con occhio critico in tutto ciò che si verifica oggi tra gli adolescenti, turbati come sono dalla televisione, dai computer, dall’uso dei Tablet, dai telefonini e di quant’altro gli fa violenza psicologica e fisica, nel corso della loro giornata, sicuramente gli consiglierei di leggere un mio libro, in fase di ristampa, dal titolo “…Perseverare è Diabolico”, dalla cui lettura potrebbe capire quant’è effimero e inconsistente tutto quanto lo distoglie dai veri valori che faranno parte integrante del suo futuro prossimo, “reale”, che lo sta aspettando. Quando avrà capito la vera differenza, tra le illusioni e il mondo che lo circonda, forse vivrà nel pentimento di essersi perso in un immaginario collettivo fatto di falsi “modelli di vita” che lo hanno circondato.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-Book?

L’ho espresso più volte e continuo a sostenere che la bellezza nel leggere un romanzo, un libro è anche nella sensazione che ti trasmette lo sfogliare una pagina, accompagnata anche dall’odore dei prodotti che l’hanno stampata. Non riesco a immaginare le librerie, private o pubbliche, che si compongono da libri digitali o elettronici…



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

A mio modesto parere, la scrittura è un amore ponderato che nasce da un colpo di fulmine; ovvero: è quell’amore di volere mettere “nero su bianco” quel “colpo di fulmine” che ti ha creato la storia da raccontare e che cammina nei meandri della tua mente.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Ero appena un bambino quando sentivo parlare del “calzolaio”, nel paese di mamma, che veniva legato al muro con delle catene nel suo negozietto perché si trasformava in lupo mannaro nelle notti di luna piena. Poi, frequentando il Circolo dei Nobili palermitani, sentivo parlare di una famiglia nobile che aveva un Licantropo in famiglia. Erano passati tanti anni e pensavo sempre a questa leggenda metropolitana. Così ho deciso di realizzare questo romanzo, mettendo in moto la mia fervida creatività. Il risultato, mi ha condotto ad avere assegnato il 4° posto nel Concorso Nazionale Letterario “Streghe Vampiri & Co”.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Guardate dentro i “cassetti” del vostro cervello e se c’è una storia che vi ha turbato o rallegrato nel corso della vostra esistenza, fate in modo di trasferirla ai posteri per mezzo di pagine scritte. Chissà se qualcuno potrà dire: io, c’ero e l’ho vissuta! Questo romanzo è di quel genere che lascerà il suo ricordo dopo averlo letto con molto trasporto.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Nei meandri dei miei ricordi, mi vedo a soli 12 o 13 anni, scrivere tutto ciò che attirava la mia attenzione, la mia curiosità. Scrissi la mia prima Ode ad una bellissima ragazzina dai capelli rossi e con gli occhi verdi e gliela feci leggere. Lei rimase estasiata di quelle righe che la descrivevano in toto, e ne esaltavano la sua bellezza. Quella sua reazione fu da sprono al mio volere continuare a scrivere l’esaltazione del bello. Poi, quando una mia amica, studentessa del primo magistrale, presa dalle storie narrate nei romanzi dell’epoca e stanca della mentalità siciliana che la criticava nel vestire e nei suoi atteggiamenti civettuoli, decise di volere andare a vivere in una grande città italiana e scappò via di casa, lasciando i propri genitori nella più profonda disperazione ( in Sicilia è stato un dramma sociale ). Volendo immortalare il suo modo di pensare, le sue sofferenze nel vivere una vita che “le stava stretta”, decisi di raccontare la sua storia e cosi nacque il mio primo romanzo che scrissi a soli 17 anni, "... Perseverare è diabolico". Mi resi conto che mi veniva facile scrivere e descrivere gli eventi, da allora ho sempre continuato e ci sono ancora dopo 56 anni.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Mi trovavo ad Amelia, vicino Terni, in casa di una mia amica e parlavo al telefono con un mio amico giornalista. L’argomento erano proprio i Lupi mannari in terra di Sicilia. Lei, curiosando mi chiese se fosse vera l’esistenza di questa specie che si trasformava con il plenilunio. Vedendo che lei era fortemente interessata, ma al contempo era impaurita nel sentirne parlare, m’inventai scherzosamente questa storia e lei, avendola ascolta attentamente mi chiese di scriverla e questo fu l’inizio della nascita del romanzo.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No, mai. Io creo la storia nella mia mente e comincio a scriverla fino a portarla alcompletamento.



10. Il suo autore del passato preferito?

Luigi Capuana, nella sua meravigliosa opera “Il Marchese di Roccaverdina” che è l’espressione più profonda della gelosia, che ne rasenta l’ossessione possessiva della donna amata, con lo scellerato accordo che fa con il capo uomini che poi finirà con ucciderlo, facendo incolpare un terzo personaggio che morirà da innocente.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Come sempre, la mia scelta è NO COMMENT.

 

 

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Lunedì, 12 Giugno 2017 | di @BookSprint Edizioni

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