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10 Giu
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Intervista all'autore - Lucia Ponte

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Parte della mia vita la si può conoscere dal libro. Comunque sono nata dopo la guerra e della stessa, durante la mia infanzia, se ne vedevano i segni. Nel centro storico dove sono vissuta ci si conosceva e ci si aiutava. Si frequentava la Chiesa e se ne rispettavano gli insegnamenti. C' era, in noi ragazze, la voglia di divertirsi e di dare una svolta diversa alle nostre vite. Io sono nata in una famiglia direi allargata, come oggi definita, con tutte le problematiche che essa comporta dai vari punti di vista. Sono, infatti, figlia di prime nozze di mio padre, rimasto vedovo e risposatosi in seguito. Ho frequentato l 'Istituto Magistrale a Campobasso. Ho deciso di scrivere per narrare una vicenda drammatica della mia vita che mi ha segnata.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Il momento della giornata che ho dedicato alla scrittura durante il periodo della stesura del libro è stato più che altro quello notturno. Ricordo che quando ho iniziato a scrivere ascoltavo alla radio : ''A viva voce'' su Rai Tre, brani tratti da opere di scrittori e letti da attori, e brani di musica classica. All' inizio scrivevo di getto episodi e vicende di questa parte della mia vita. Alcuni li ho tralasciati, non potevo scriverli tutti, altri mi venivano poi in mente e li ho ripresi strada facendo. Ho impiegato a scrivere il tutto quasi tre mesi. Più lungo è stato il percorso della correzione che ho effettuato. Leggevo e mi sembrava di ritrovare sempre tanto da correggere. Ci ho lavorato parecchio in questa seconda fase e non solo durante la notte, ma anche in altre parti della giornata.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Sono tanti i miei autori contemporanei preferiti. Leggo sul Mattino, nella pagina dedicata a ''Cultura e società, le recensione sui libri in uscita, se mi piacciono li compro. Ora sto leggendo ''Stoner '' di John Williams e in contemporanea ''Scritti Selvaggi” di Giancristiano Desiderio. Ho scoperto l' estate scorsa Daria Bignardi con ''L'amore che ti meriti ''. Tiziano Scarpa è un autore che mi piace come pure Ken Follet. Amo, ora, gli autori contemporanei perché rispecchiano la nostra realtà, sono tanti i miei preferiti e non desidero indicarne uno in particolare perché non vorrei recar loro alcun torto.



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera è nata per vari motivi. Primo fra tutti il desiderio, sentito come bisogno primario, di far conoscere a tutti la verità. Secondo, di voler mostrare come un inganno possa segnare la vita delle persone. Terzo, con lo scopo di aiutare le donne di fronte a problemi grossi a non tacere, a non accettare le imposizioni, a ribellarsi con tutte le loro forze. Io, purtroppo, non ho avuto questo coraggio ed ho pagato amaramente.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Il mio contesto sociale da ragazza non è stato un contesto a sfondo intellettuale. Esso, comunque, mi ha permesso di studiare e di questo nutro infinita riconoscenza. In seguito, grazie alle migliori possibilità economiche ho potuto offrirmi una certa formazione culturale che rende la vita più interessante.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Credo un po' entrambi. Nel mio caso, però, ho voluto raccontare una realtà: la mia realtà.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Tutto credo, non c' è una sola invenzione. Ho raccontato solo ed esclusivamente la realtà nuda e cruda ed i sentimenti che questa realtà ha prodotto in me.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

No, nessuno come sempre. Avevo sempre in mente di scrivere ciò che mi era accaduto, ma forse rimandavo il tutto a chissà quando, sino a che non mi son decisa ed ho iniziato. Una volta avviato, tutto, poi, scorre con più facilità. Non nascondo che il percorrere il cammino di questa vicenda è stato sempre un percorso di dolore.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A nessuno. Chi vorrà leggerlo lo potrà fare al momento opportuno, quando uscirà.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Io amo molto il cartaceo, con esso mi sono formata, comunque l ' e-book non lo escludo affatto e a riguardo mi attrezzerò. Bisogna andare al passo con i tempi non rinnegare a priori ciò che è e che sarà.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo sia una buona invenzione per tutti i lettori, ma, in specie per le persone che hanno problemi fisici con la lettura o con essa in particolare. È un supporto valido, può aiutare, ed allora diamo spazio a tutto ciò che aiuta.

 


 

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