L’autrice decide di raccontare sé stessa nelle pagine di questo diario che prende la forma di un racconto, lasciando ai lettori il solo compito di comprendere e conoscere tutte le fasi di una vita segnata da sentimenti contrastanti: gioia e rammarico. La maternità mancata diventa il nodo cruciale attorno cui ruota tutto il libro. Attraverso la narrazione cronologica delle sue vicissitudini, legate prima alla delusione di un mancato concepimento e poi a quella dell’impossibilità di essere madre, l’autrice apre ai lettori un ampio ventaglio di emozioni, raccontando senza filtri la sua verità.
“Ho voluto scrivere questo libro per un unico motivo: far conoscere alle persone del mio paese e non la “VERITÀ”. Quella verità nei confronti della quale io ho sempre nutrito rispetto, perché essa è sì complessa, ma è vita e via maestra; quando, però, la si vuole offuscare, può portare a conseguenze drammatiche per tutti, come lo è stato nel mio caso.”
154 pagine crude, scritte come atto liberatorio, dedicate a tutte le donne che hanno dovuto lottare per essere madri e che alla fine hanno fallito. Diario di un fallimento adottivo annunciato è un invito a tutte loro a parlare, confidarsi e non nascondere tutta la rabbia e il rancore.