2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tantissimo. I contenuti di questo romanzo nascono dal mio modo di vedere il mondo e di confrontarmi con tutte le persone che mi circondano cercando di trasmettere attraverso la fantasia, concetti come il pensiero, la materia e la scienza quantistica che sono alla base di ogni visione non utopistica sulla possibilità di vivere un mondo diverso e più trasformabile.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il raggiungimento di una ancor più grande forma di consapevolezza nel trovare nuovi modelli di vita e nuovi modelli nella costruzione dell'anima, trasmettendo un messaggio di speranza a tutti coloro che considerano la fantasia qualcosa di più profondo rispetto ai valori universali della vita.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho scelto il titolo tra altri dieci andando per esclusione rispetto ai contenuti del romanzo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
“The rain before it falls” di Jonathan Coe. Non vi è altro libro dove tutti gli elementi della vita siano cosi meravigliosamente presenti.
6. E-book o cartaceo?
Va bene anche e-book anche se sono convinto che la tecnologia in questo caso non soffocherà mai il cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Nel 2010 scrivendo in lingua inglese spinto dalla passione di migliorare il mio livello e di dare voce ad alcuni pensieri positivi che ho scelto tra altri cento pensieri negativi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho cercato, attraverso un time travel, di evidenziare come alcuni personaggi illustri, vissuti alla fine del diciassettesimo secolo, mostrassero tutte le frustrazioni e le difficoltà nella vita, nonché le contraddizioni ed i limiti delle rappresentative maschere di Carlo Goldoni nella commedia italiana. L'aneddoto è aver scoperto che allora come oggi, nel nostro mondo, tutti noi indossiamo strati di maschere con le quali abbiamo la necessità di nascondere le nostre debolezze.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova una grossa forma di appagamento interiore, si è finalmente consapevoli di aver fatto qualcosa che niente e nessuno ti può portare via, qualcosa da donare alle persone che amano la lettura ma anche a coloro che non la amano, perché possano in futuro, scoprire che leggere ti permette di vivere molte più vite di quelle che hai vissuto
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Lo storico italiano Giacomo De Marzi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono molto utili alle persone affette da particolari handicap. Non sono contrario a qualsiasi forma di tecnologia, ma solo se non limita la fantasia.