Nato a Taranto, nella splendida Puglia, il tacco d'Italia, sul finire degli anni '60, sin da piccolo Cataldo Vinci, detto Aldo, ha sofferto di crisi epilettiche e, pur vivendo in una famiglia numerosa (con sei fratelli), non ha potuto contare sull'aiuto di tutti. I suoi disturbi lo hanno perciò portato a trascorrere parte dell'infanzia in un istituto specializzato, cercando di sopravvivere ma, soprattutto, di vivere, imparando ad essere il più possibile autonomo.
Il libro parte dal maggio del 1976, data in cui, all'età di 9 anni, inizia l'esperienza di Aldo all'istituto. Viene ripercorsa la sua vita fino ad oggi. Negli anni Aldo ha imparato a vestirsi, lavarsi, a leggere e scrivere, plasmando il suo cammino sia lungo la strada del lavoro che nel viaggio dei rapporti interpersonali.
La prima cotta per una ragazzina costretta su sedia a rotelle, le disavventure quando, ormai maggiorenne, ha provato ad andare a vivere da solo, contando sulla passione e sulla propria attività di fotografo, poi la difficile coabitazione con gli altri nella casa-appartamento per disabili, fino alla realizzazione ed affermazione di sé. Oggi, infatti, Cataldo Vinci vive da solo ed è circondato da amici, familiari e conoscenti che non si sono arresi alla sua diversità e lo hanno aiutato nel suo percorso.
Alti e bassi, avvenimenti divertenti e meno, per discutere di disabilità, un argomento quanto mai al centro del dibattito pubblico contemporaneo. Disabilità vista e raccontata dal punto di vista del protagonista, ma anche narrata per come viene gestita e trattata dagli operatori, dalle famiglie e dagli amici. Il volume rispecchia, così, chiaramente le difficoltà di un'esistenza al limite della normalità, alla ricerca di quella dignità di cui tutti siamo portatori sin dalla nascita.