Ecco così che a parlare, tra le battute di una commedia tutta da scoprire, sono gli organi di un corpo umano, più volte riuniti in assemblea alla ricerca di una soluzione non solo temporanea per superare l'ambasce in cui si trovano. Cervello, fegato, cuore, ossa, polmoni, gambe, organi riproduttivi e tutto il resto si ritrovano ad interagire tra di loro, soffermandosi sull'incapacità degli uomini di poter garantire ad ogni individuo della propria specie la dignità umana, in nome di una crisi che da secoli si ripercuote sui più deboli, sugli indifesi, su chi non ha la forza neppure di far valere i propri diritti e preferisce suicidarsi, evento più che mai attuale, rinunciando ad una vita di stenti e sofferenze.
178 pagine in cui un punto di vista ampiamente condiviso sia dall'opinione pubblica che dal popolo viene, però, espresso in maniera più che mai originale e divertente da chi, dell'originalità e dell'ambizione ne ha fatto il proprio pane quotidiano. Sfruttando il mezzo espressivo del teatro e della scrittura, infatti, Giuseppe Gueli è riuscito nell'intento di sottolineare le problematiche legate all'incapacità della classe dirigente di risollevare un'intera nazione, riportandola, se non agli splendori di un paio di millenni fa, almeno ad una condizione di vita dignitosa e "vivibile", in cui tasse, soprattasse, oneri e quant'altro non siano gli argomenti principali di discussione.
Le armi di Giuseppe Gueli sono perciò l'umorismo, l'ironia e la satira, che mette in scena in una commedia dell'incredibile che ha il gusto di toccare argomenti difficili e pesanti con la leggerezza di chi sa di cosa sta parlando e non ha assolutamente intenzione di sminuire gli eventi, ma che anzi ne vuole parlare proprio per dare una visione più ampia dell'insieme, in un'epoca in cui, anche in Italia, si comincia a parlare di pre-rivoluzione.