190 pagine ricche di nostalgia, d'amore, di dolori e di pianti, che hanno il grande pregio di portare alla luce l'intima profondità dell'anima, la parte più remota e oscura, quella che racchiude al di là della coscienze le ansie e le speranze legate alla vita di tutti i giorni e alle emozioni quotidiane che il nostro cammino ci porta ad affrontare senza mai interruzioni. Le tematiche più frequenti sono così il frutto della paura e dell'oblio, legati soprattutto alla morte, al vuoto che essa lascia in chi resta, solo, sulla faccia della Terra, all'abbandono, alla nostalgia dei tempi passati. Senza tralasciare avvenimenti di cronaca, come la triste scomparsa di Mariangela Melato. Il tutto, raccontato nella doppia lingua: italiana e inglese.
Tra le righe è perciò pressoché impossibile non cogliere il senso nostalgico di un'opera che riassume una parte importante della vita di ognuno di noi, ma che è il frutto dell'esperienza solitaria della scrittrice, che affronta brillantemente e con un arcobaleno di sfumature problemi e questioni che vorremmo soffocare sotto un cuscino, nascondere nell'armadio dei ricordi, celare dietro le pareti del dolore. Fatti e avvenimenti a volte inspiegabili, altre volte poco chiari, ma che possono marchiare a fuoco gli animi sensibili ed educati.
E un'anima sensibile ha sicuramente Maria Teresa Manta, nata ad Aradeo, in provincia di Lecce, ex insegnante oramai in pensione. Durante gli anni della sua attività lavorativa ha sempre scritto e continua a farlo per antologie, riviste e quotidiani locali, nazionali ed internazionali, trovando nella scrittura quella valvola di sfogo che in altro modo non ha saputo rintracciare. "Racconti e/o misteri" non è dunque la sua prima opera, essendo stata preceduta soprattutto da alcune raccolte di poesie, ma certamente è e rappresenta il valore aggiunto della sua produzione artistica, mescolando con capacità e competenza il testo, le immagini e gli spazi vuoti.