Silvia è il nome della protagonista ed è una donna forte che si trova a sostenere un grande peso. Si rende conto che la serie di istanze, abitudini, rituali, che ci si aspetta rispetti in una situazione del genere, la soffocano; costituiscono, una prigione. Per evadere usa carta e inchiostro, per sopportare, superare il dolore.
Jean Paul Barro è un sacerdote africano che nel 1997 ha iniziato il proprio percorso di studi teologici in Italia. Originario del Burkina Faso ama ricordare che non sempre il viaggio degli uomini e delle donne d'Africa in Italia è per motivi economici ma, come nel suo caso, anche per ricercare una preparazione, uno studio, una cultura. È proprio il nostro paese che diventa la sua seconda patria. Qui trova un lavoro che ama, tanti diversi stimoli, degli amici, ma non dimentica la propria terra perché è parte fondamentale della sua identità. “Finché si spenga la luna” è della sua madre terra, come della sua seconda patria. Nasce dall'osservazione della società e in particolare del ruolo delle donne. Il popolo i cui usi e costumi vedono la donna e l'uomo senza pari dignità, è “tutti i popoli”. Non è scontato dire infatti che anche oggi, anche nell'Italia evoluta che crediamo d'abitare, le donne non hanno i diritti che dovrebbero avere. Questa storia vuole rendere palese la verità delle donne che non sono solo madri e mogli, ma anche agenti autodeterminati e valenti della società, in grado di costruirsi la propria fortuna. Jean Paul Barro entra quindi nell'orizzonte femminile per osservarlo e disvelarlo, per ritrovare una parte di sé, che ritiene ognuno abbia ma che si tende a dimenticare, che è essenzialmente donna. Secondo l'autore è l'unico via per comprendere le donne appieno, per comprenderne l'importanza, per condividerne realmente il punto di vista.
L'autore ci dice: “Le aspirazione più profonde dell'uomo sono sempre le stesse sotto ogni cielo”. In questa frase si palesa la consapevolezza che c'è prima l'uomo e solo dopo, successivamente, le determinazioni culturali, fisiche e geografiche che lo caratterizzano. E se c'è prima l'uomo (o la donna) allora le domande della nostra vita, quelle fondamentali, sono le stesse ad ogni latitudine, come lo sono le problematiche e i desideri. Ciò che cambia è la risposta che diamo a queste domande, o meglio la forma di queste risposte, cangianti a seconda dello spazio, della cultura, dei luoghi che si vivono. Jean Paul Barro in ultima analisi ci suggerisce, con semplicità disarmante e con quest'opera, che si è umani prima del colore. Niente di più semplice. Niente di più difficile.