Danila e Tilde sono due giovanissime donne, diverse sia nell’aspetto fisico che nel carattere, ma entrambe desiderose di incontrare la persona della loro vita, quella che con un semplice sguardo sia in grado di riempire il loro mondo. “La verità allo specchio” è quindi una tenera favola moderna dove i personaggi femminili non sono in disparte in attesa, ma lottano con audacia e determinazione in difesa dei propri sentimenti. Questo romanzo rende consapevoli di come l’amore, quello vero, porti alla felicità, di come i conflitti e le prove da superare siano comunque finalizzate al raggiungimento del vivere sereno. La forma semplice, la grammatica corretta ed il registro linguistico ricco di termini di uso quotidiano contribuiscono alla fluidità della materia che quindi si legge in tempi abbastanza rapidi. «L’estate era ormai lontana, le acque del lago più limpide e i colori della natura, avevano cambiato il loro aspetto, i grandi platani ostentano ancora i colori autunnali, ma ormai anche le ultime foglie cadevano lentamente.» Con una sensibilità spiccata, l’autore sa raccontare bene l’universo femminile, coniugando la purezza del sentimento alla sensualità della passione dei corpi. Ed è l’immagine finale che chiude il romanzo l’emblema di questa storia.
La verità allo specchio è infatti l’immagine di due corpi che si fondono in un unico essere per dare vita ad una realtà plurale, dove però ciascun singolo ha il suo perso e la propria identità. In questa prospettiva avviene il superamento di ogni difficoltà, anche di quelle che avrebbero potuto in qualche modo ostacolare il naturale (e giusto) evolversi dei fatti. Nel romanzo vi si riflette una maturità dei sentimenti che potrebbe derivare dalla maturità anagrafica dell’autore: perché talvolta la saggezza degli anni porta alla saggezza del cuore.