La trama di questo romanzo è infatti piuttosto lineare e ci illustra la storia di Ciro, un ragazzo che mediante la sua scaltrezza ed il suo atteggiamento spavaldo riesce a farsi strada nel mondo malavitoso della sua città, fino a diventare un vero e proprio boss della malavita. Gli anni dell’ascesa e della crescita all’interno del suo gruppo e del suo giro “criminale” corrispondono agli anni di grande fortuna anche a livello personale: è il periodo in cui gli affari gli vanno a gonfie vele così come la vita privata, ed è in questi anni che incontra anche l’amore. Ciro sembra quindi proiettarsi verso una vita ricca di soddisfazioni e gratificazioni che, in virtù del suo stile di vita e del suo appartenere a un giro losco di affari, non dureranno troppo a lungo. Ciro è conscio di questa precarietà e sa che la sua “fortuna” sarà intensa ma assai breve.
«E come diceva lui, nessuno doveva fare la sua stessa scelta, perché era una vita breve e rischiosa, meglio chi si rompe la schiena per lavorare e torna a casa dalla famiglia con la tranquillità di dormire sonni sereni.»
La consapevolezza di Ciro ci insegna che nulla nella vita è per sempre; il lettore è spronato a riflettere tanto sulla caducità delle cose quanto sul senso di giustizia e di legalità. Marco Manno affida a Ciro questa grande ed importantissima lezione di vita. Attraverso la scrittura di un testo scorrevole, la cui lettura segue ritmi veloci e rapidi, Marco Manno dimostra di avere fatto propria una grande capacità di osservazione degli altri. Lui, che ha passato molti anni della sua vita dietro il bancone di una macelleria, sa intuire le persone, sa riconoscere il loro carattere; figlio di una umile famiglia di famiglia di origine campana, Marco oggi sa, per esperienza diretta e per via degli insegnamenti ricevuti da piccolo, quale sia il modo corretto di vivere la vita. come vivere la sua vita dopo anni di esperienza ora sa come vivere la vita.