L’argomento, che fluisce scorrevole in tutto il romanzo, trova inoltre una buona organizzazione nella suddivisione in quadri narrativi. La buona qualità argomentativa trova riscontro nelle avventure dei due protagonisti del romanzo: Andrea e Bruno. Il primo un adolescente maturo e riflessivo, mentre il secondo, un bambino di appena cinque anni, malinconico e con difficoltà di relazione, sarà accompagnato nell’ascesa del Monte Speranza. Questa esperienza segna quindi un percorso parallelo: quello fisico ed oggettivo ed uno metaforico, personale. La salita diventa conoscenza di sé e dell’altro, diventa scoperta e nascita di un legame forte e imprescindibile nella vita di ciascun individuo: l’amicizia. «Mi strinse fortemente, un segno d’amicizia enorme, lo abbracciai intensamente sentendo la tenerezza di gioia nel cuor, di questa radice infinita! Che non si spezzerà mai correndo, camminando per un errore io lo sapevo che non era la fine».
Ben costruito, ben narrato, il romanzo tocca ancora di più per via della tenera età del suo autore: uno spigliato adolescente, nato in Polonia ma figlio di due genitori italiani. Grazie al loro amore ed alla sua determinazione, Andrea ha saputo superare momenti di difficoltà, ed oggi, dopo avere lottato contro paure, insicurezze e disorientamento, è un giovane dalle idee chiare, risoluto e pronto a realizzare le sue aspirazioni.