La trama. Il difficile cammino post ictus di una dirigente di banca, costretta dalla Regione Piemonte ad emigrare in Veneto alla ricerca di un centro specializzato che non voglia solo mettere una toppa al problema del blocco di una parte del corpo, ma che voglia anche e soprattutto provare a risolvere la problematica, per tornare a far sentire e provare emozioni e sensazioni all'apparenza scomparse.
Il volume, che si può dividere in pratica in due parti, analizza proprio sia il problema di adattarsi ad una nuova condizione fisica che priva di sensazioni e brividi ogni attimo della vita, sia la necessità di far emergere il disservizio e la non opera della sanità italiana per riuscire ad ottenere ascolto laddove serve. All'interno del libro, 89 pagine, anche testimonianze degli articoli pubblicati sulla Repubblica dall'autrice grazie all'interessamento di una giornalista del noto quotidiano nazionale.
La denuncia è forte e chiara, contro una Sanità troppo attenta ai soldi, in perfetto stile aziendale, e poco al paziente, ormai diventato un semplice e mero numero, una risorsa da sfruttare per monetizzare. Oltre al danno (l'ictus), quindi, la beffa (le istituzioni), che ci mettono la zavorra da 1000 chili anziché favorire la normale guarigione dei pazienti. Il merito di Marilena Traversa è quindi proprio quello di fare luce sulla propria vicenda, comune a molte altre persone, con un linguaggio reale, vero, diretto.