Il libro è un affresco narrativo in cui si mescolano e si fondono diversi generi, dal racconto popolare, alla poesia, alla filastrocca, al detto antico. La prima parte del romanzo ruota attorno alla figura di Oreste Bastielli, detto da tutti il “Baralla” per la gran quantità di aneddoti bizzarri e storie stravaganti che inventava quotidianamente e che, inevitabilmente, spacciava per situazioni realmente accadute. La seconda parte del romanzo, più intimistica e personale, è una silloge poetica, in cui l’anima dell’autore viene messa a nudo. A trasparire è la sua grande sensibilità di fronte a tematiche quali l’amore, il tempo che passa e la morte. Ogni lirica, delicata e mai volgare anche quando si parla di passionalità, riflette un intricato e ricco mondo interiore che, solo nel linguaggio della poesia, riesce a trovare una sua stasi e un suo compimento. La parte finale, invece, raccoglie aforismi e filastrocche, molte di tono velatamente polemico e ironico, in contrasto con la sezione precedente ma vicine ai racconti sulla vita del Baralla.
“Tarabaralla” è un’opera peculiare, in cui situazioni e personaggi non hanno nulla di scontato né di già visto consigliato ad un vasto pubblico che cerca qualche momento di svago ma anche attimi di profonda riflessione su tematiche più intimistiche.
Alberto Chiodini, in un piccolo paese sulle sponde dell'Arno, Rondine, in provincia di Arezzo. Ha tre figli e cinque nipoti ed è scrittore per diletto. Spazia dalla poesia alla prosa, dalla lirica alla satira, alle filastrocche per grandi e piccini, al vernacolo Aretino. Ama scrivere della sua terra e i suoi personaggi. Ha già pubblicato nel 2013 con la BookSprint Edizioni “La mantide religiosa”