«La protagonista è una donna. Nel libro la sua vita viene messa sotto i riflettori dall’infanzia sino alla sua vita di moglie di un ricco orafo. Fino ad arrivare ai giorni nostri, quando l’agiatezza economica si riduce».
«Il romanzo gira intorno alla voglia che ha la gente di essere famosa», spiega Alberto Chiodini. «Molti sono affascinati in modo perverso da certe trasmissioni televisive. Ma il libro è stato scritto anche per reclamare il diritto delle donne a essere protagoniste».
L’autore della “Mantide” ama molto il suo territorio, e ha scritto diversi lavori dedicati proprio all’aretino. Col suo primo romanzo si misura con una tematica completamente diversa. «Ho sempre avuto un moto di difesa verso la donna, soprattutto in questo periodo in cui si verificano tanti episodi di violenza contro di loro. Questo mi ha dato la spinta per la scrittura. La donna – e questo dal libro emerge – non dipende dall’uomo, ma è una persona» libera e indipendente.
In occasione della presentazione, è intervenuta anche Giovanna Daneusig Rossi. «La protagonista rispecchia molte altre donne, cha hanno avuto tanto, lavorando, e che oggi si ritrovano in un momento di crisi. Riuscire a tenere unita la famiglia forse può salvare; la ricerca delle cose semplici e dei valori familiari».
Il romanzo è scritto in maniera snella e accattivante, con un ritmo sostenuto che incalza il lettore. Il testo nasconde una profonda riflessione sulla tematica della popolarità e della corsa morbosa alla spettacolarizzazione delle tragedie, di cui siamo allo stesso tempo vittime e autori.
Proprio pensando alla scrittura e alle sue passioni, Alberto Chiodini invita «chiunque a dedicarsi a un qualcosa. Si sentirà più vivo, con voglia più di fare. E quindi il tempo è speso bene».