Lo scopo della monografia è quello di analizzare il ruolo giocato dall’immaginazione, ovvero il processo tramite il quale riesce a influenzare l’esistenza fino a che diventerà difficile distinguerla dalla realtà. I film presi in esame sono tre, tutti diversi tra loro ma accomunati dalla presa di distanza dalla realtà dei personaggi: Stardust memories (1980), Zelig (1983) e La Rosa Purpurea del Cairo (1985). I film di Woody Allen dimostrano come l’uomo agendo, subisce o rifiuta il potere che l’immaginazione esercita su di lui, senza dimenticare che il cinema in generale con le sue storie, le immagini, i suoni è un potente strumento in grado di nutrire l’immaginazione e plasmare le coscienze.
L’autrice fa anche riferimento a importanti strumenti teorici ripresi dalle opere di Sigmund Freud e di Luigi Pirandello. Un’interessante sezione è poi quella dedicata al montaggio con scene tratte dal film rese disponibili tramite il codice QR che permette anche ai non esperti del settore di comprendere facilmente quanto scritto nel libro, visualizzando su smartphone o tablet alcuni contenuti multimediali.
Veronica Crescente, vive a Salò (BS). Laureata in Scienze della Comunicazione con il massimo dei voti, sta proseguendo i suoi studi in Editoria e Giornalismo. Appassionata di cinema e di comunicazione, collabora con alcune teste on-line.