Le 88 pagine dell'opera sono perciò divise in tre parti. Nella prima, l'amore è esposto tramite poesie, che non avranno rime, ma presentano versi liberi e sciolti colmi di emozioni e sensazioni. Nella seconda parte la lirica fa spazio alle lettere, all'epistola (genere letterario ormai in disuso ma che è sempre bello da rivedere e rileggere). Sono le lettere alle donne della vita dell'autore. Una parte meno intimistica, seppur comunque interessante. Nella terza parte, quella conclusiva, infine, ci sono due racconti, due esperienze di vita, che richiamato a fatti di cronaca di alcuni anni fa, con le conseguenze del famoso caso di Eluana Englaro, la sfortunata ragazza per cui si dibatté a lungo su se fosse il caso di applicare l'eutanasia o meno, dopo il suo incidente e il susseguente lungo coma.
Ovviamente il messaggio di Giacomo De Nicola, che è stato docente di lingue nelle scuole pubbliche americane (High School), dove ha conseguito la laurea e gli studi post-laurea presso la Montclair State University e la Rutgers State University, ora trasferitosi in Italia, dove prima ha lavorato come esperto in ambito commerciale ed amministrativo per una multinazionale e poi come insegnante di inglese e spagnolo all'Università della Terza Età (dopo aver ottenuto anche la laurea in Scienze Religiose), è quello di salvaguardare la dignità della vita umana. La sua battaglia è proprio legata al tentativo di dare pieno titolo e dignità all'individuo e alla sua esistenza.
Il leitmotiv dell'intera opera è però la femminilità, l'essere donna, l'universo femminile che continua ad essere sfuggente, anche nel terzo millennio, per l'uomo, che non è mai riuscito a comprendere cosa ci sia nella mente, nel cuore e nell'anima di una donna. Ma che non riesce a non amarla in tutte le sue sfaccettature.