Nelle 250 pagine di "Sul bene del fiore e altrove", si potrebbe dire che l'autore fa poesia filosofeggiando. Il libro si può tranquillamente dividere, infatti, in due parti. La prima è riempita da sonetti e liriche in cui è spesso la rima a farla da padrone. Gli argomenti spaziano dalla vita privata dello scrittore, che cerca con le sue parole di trasmettere l'amore per il pensiero e il meta-pensiero, all'aspetto prettamente filosofico dell'esistenza. Nella seconda parte, invece, le poesie lasciano lo spazio a lettere, post di Facebook e messaggi che invece l'autore utilizza per chiarire meglio anche il suo mondo e quanto ha espresso con le poesie.
Apprezzabile poi la scelta di Francesco Colangelo di ricorrere in maniera costante a citazioni e aforismi di filosofi e autori famosi, nonché lo spazio che dedica ad alcune poesie di produzione non propria, ma di alcuni amici. Insomma, "Sul bene del fiore e altrove" è un viaggio all'interno di diversi universi, un diario di più viandanti alla ricerca della felicità.
Francesco Colangelo è nato a Termoli, provincia di Campobasso, il 13 luglio del 1976. Dopo aver frequentato con successo la scuola dell'obbligo in quel di San Felice del Molise, si è iscritto al Liceo Alfano da Termoli per conseguire la maturità scientifica, prima di dedicarsi ai sospirati studi di filosofia presso l'Università degli Studi dell'Aquila. Da alcuni anni si è trasferito ai Castelli Romani, dove insegna Filosofia e Storia ai licei.
Ecco perché, vista anche la formazione culturale dell'autore, non si può non apprezzare il tentativo del Colangelo di andare al di là di un semplice trattato di filosofia o di una raccolta di poesie, riuscendo nell'obiettivo di raggiungere, attraverso le parole, l'animo delle persone per mostrare la propria interiorità pulsante.