Quello indicato nelle pagine del libro è un percorso di ricerca, non un saggio teorico ma l’esperienza reale raccontata attraverso la testimonianza dei due protagonisti, Rossana e Antonio, nomi dietro i quali potrebbe non essere difficile scoprire gli stessi autori.
«In questo libro – scrivono infatti la Altomeni e Cicirata – i nomi sono inventati e i fatti descritti potrebbero casualmente ricordare avvenimenti reali. Si vuole raccontare come due persone, nel presente sconosciute l’una all’altra, ognuna con la propria famiglia e in città diverse, possano essere state, nel passato, addirittura “anime gemelle”».
Chi sono allora Rossana e Antonio? L’una ha acquisito il dono della sensibilità grazie al continuo contatto con i Messaggeri di Dio; Antonio è pronto ad accogliere l’aiuto che egli viene donato dall’Alto grazie ad una medium che in una precedente reincarnazione è stata sua figlia. Rossana è una donna dall’infanzia difficile, vissuta tra orfanotrofio e convento, una vita sconvolta dalla fuga del padre con un’altra donna. Rossana è però persona che ha coltivato una sua speciale sensibilità all’ascolto e all’aiuto degli altri e allora si dedica a discipline come la meditazione e il reiki. Antonio si è forgiato con i sacrifici nel tentare la carriera militare; sposato con una donna dalla quale ha avuto molti figli, sente accanto a sé una presenza costante che spesso gli è giunta in aiuto. Anche lui, come Rossana, si dedica allo studio delle discipline olistiche, in particolare dell’iridiologia. Due vite, quelle di Antonio e Rossana, vissute senza sapere nulla l’uno dell’altra. Poi, l’incontro tra i due fa emergere le loro vite precedenti e fa scoprire ai due protagonisti di essere stati più volte, nelle passate reincarnazioni, l’uno accanto all’altra, nel bene e nel male.
xCosì Antonio e Rossana scoprono di essere stati uomini primitivi e di aver vissuto da marito e moglie in una caverna preistorica, poi di essere stati alla corte dei Faraoni Neri nell’antica Nubia, quindi gemelli a Patmos e ancora di essersi incontrati in un monastero tibetano nel 700 dopo Cristo. E ora, giunti alla loro ultima reincarnazione, ecco il loro dono al mondo, l’insegnamento raccolto dalle loro vite parallele eppure così unite: «Essere se stessi è vivere l’attimo presente, osservare senza giudicare, vedere quello che è realmente con la sensibilità interiore e con il cuore puro». La strada per liberarsi dagli errori delle vite precedenti e dai dolori necessari per salire i gradini dell’autentica ascesi spirituale.