Ecco cosa scrive Gino Gullace Raugei, giornalista di OGGI: «Già nella primavera del 2003, una signora italiana, Mary Pace, settantenne di Sgurgola, in provincia di Frosinone, rivelò che proprio lì si nascondeva lo sceicco del terrore, il pericolo pubblico numero uno, ricercato per i tragici attentati dell’11 settembre 2001.
Siccome gli americani […] non vogliono pagare i 25 milioni di dollari (oltre 18 milioni di euro) promessi a chi avesse fornito informazioni utili alla cattura del capo terrorista, la signora Pace ha citato in giudizio i Servizi segreti statunitensi […].
Ma come faceva la signora Mary Pace da Sgurgola a sapere informazioni tanto scottanti? “Perché sono un e agente segreto” ci spiega».
Grazie alle rivelazioni dell’agente Zeta, Guido Giannettini, Mary Pace sapeva dove si nascondeva lo sceicco del terrore. Lo racconta nel 2003 a due agenti della Digos di Frosinone, ma non viene mai interrogata; lo spiega nel 2007 in un articolo su Borghese, ma non accade nulla. A quel punto si mette in contatto con la Cia, e comincia una fitta corrispondenza via mail con un certo Randy, che si conclude nell’ottobre del 2010. «Alla fine gli rivelai il nascondiglio di Bin Laden. “Incredibile, supefacente!”, commentò Randy. Ma poi è scomparso».
Il resto è storia nota. Il 2 maggio del 2011 Bin Laden viene catturato e ucciso, ma per Mary Pace il blitz delle forze speciali Usa è «una sceneggiata». Ad oggi cerca di far valere le sue ragioni per vie legali.
Mary Pace, già intervistata da Le Iene, ha scritto tre libri per BookSprint Edizioni, in cui rivela ciò di cui è venuta a conoscenza in tutta la sua vita.
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