Il Premio Pavese, arrivato alla trentesima edizione, viene assegnato a letterati e intellettuali che si siano distinti per l’impegno civile e la capacità di elaborare idee originali, che consentono di analizzare, da punti di vista inesplorati, tematiche attuali o storiche. Proprio in questo contesto si colloca “Anoressia”. L’agile saggio (222 pagine disponibili anche in versione ebook) porta avanti teorie innovative e con argomentazioni coraggiose, sempre corredate di dati scientifici.
«Si rischia di creare ingiustamente delle colpevolizzazioni. Ad esempio, le famiglie in cui c’è un’anoressica vengono colpevolizzate, anche quando sia genitori che figli stanno facendo del loro meglio».
Ma come ci si riesce a svincolare dal peso di teorie che non si è più abituati a mettere in discussione?
«Per me è stato come la mela di Newton. Nell’anoressia c’è una caratteristica costante: la figlia non ha il gruppo sanguigno della propria madre. E nei protocolli classici di indagine il gruppo sanguigno non compare. Da qui nasce tutto questo studio».
Grazie alla sua formazione, che unisce medicina e psicoterapia, Lorenzo Bracco riesce a tracciare il profilo delle cause da diversi punti di vista; il risultato è l’elaborazione di una teoria originale, corredata da dati clinici e sperimentali.