Grazie alla lettura dei classici riuscivo a cogliere emozioni di portata universale che mi rendevano profondamente partecipe e mi consentivano di superare momenti critici. Da quelle fonti traevo spunto per elaborare versi personali da consegnare a un diario o alla prima carta che mi capitava sotto mano. Quanto alla mia vita, provengo da gente semplice e diretta ma animata da uno spiccato senso di progettualità. Sono nata a Milano da emigrati calabresi . Dunque la mia formazione umana è il risultato di una sintesi tra Nord e Sud.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Appena ne sento la necessità. Insegno, quindi non posso sedermi a tavolino ogni qual volta lo desidero, ma proprio questo rende febbrile il mio slancio e quindi approfitto di ogni più piccola pausa per comporre versi sull'onda dell'ispirazione improvvisa e spesso incontenibile. Mi succede anche per strada con il cellulare in mano.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ce ne sono diversi, ma mi emoziona particolarmente Margaret Mazzantini per la prosa incisiva e la profondità dei contenuti. Il richiamo alle problematiche sociali è sempre molto forte . Per lo stesso motivo, da ragazza ho amato Oriana Fallaci. Quanto alla poesia, adoro Salvatore Quasimodo per la sua straordinaria capacità di sintesi e la fine cesellatura della parola.
4. Perché è nata la sua opera?
Per trarre il Bene da un'esperienza umana, bellissima e tremenda insieme: quella dell'amore e del tradimento.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente molto. Mi sento milanese quando cammino per strada a passo spedito, quando ritorno a guardare la casa di ringhiera nella quale ho vissuto fino a sei anni tra i sassi del cortile e l'affetto delle persone affiatate grazie a una speciale condivisione che non si prova tra vicini d'appartamento ... e riscopro le mie origini calabre quando mi sorprendo ad apprezzare il ritmo di una musica folk come una tarantella o un canto tradizionale. Nelle mie poesie c'è tanto lo stupore per un cielo color carta da zucchero, tipico del Nord, quanto per il mare azzurro del Sud. Entrambi coesistono e trovano in eguale misura corrispondenza nelle pieghe della mia intimità completandosi a vicenda.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose direi. Si scrive per rendere partecipi gli altri delle nostre emozioni e per colorare i fatti e i sentimenti in gioco col pennello della creatività.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente l'uomo che ne ha reso possibile l'ispirazione.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non è un romanzo ma una silloge, cioè una raccolta di poesie incentrate sull'amore per una persona particolare. I primi a leggerla e ad apprezzarla sono stati i miei colleghi, ma anche le madri dei compagni di scuola di mio figlio e alcune commesse della scuola dove insegno. Ho cercato di utilizzare un linguaggio appropriato e incisivo ma accessibile, perché la poesia deve a mio parere, raggiungere il cuore di tutti.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente.... ma non eliminerei completamente il cartaceo, poiché dà altre soddisfazioni. Legate all'esperienza del tatto e al profumo della storia.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ottima per i non vedenti e utile esempio di lettura espressiva per gustare al meglio qualsiasi testo. Il teatro in questo è maestro e dovrebbe essere il faro luminoso della poesia attraverso la recitazione di versi scelti per impreziosire un canovaccio, magari col sottofondo di un motivo musicale...come qualche sapiente attore di prosa ha fatto più volte davanti alle telecamere.