Mi sposai ebbi tre figli. Svolsi la professione di insegnante presso scuole materne di Torino per circa 40 anni. Lo considerai un lavoro gratificante poi andai in pensione. E divenni nonna di tre maschietti che spesso insieme, tutt'ora formano un' associazione a delinquere. Ma io sono felice lo stesso. Il tempo libero mi ha invogliata a scrivere.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando sono sola, specialmente la sera. Quando c'è il silenzio, le emozioni parlano, i ricordi affiorano, alle volte per motivi che sembrano banali; un odore, una canzone, un'atmosfera, la pioggia, i tramonti, i colori ecc. Il dolore esplode. Sento sofferenza anche per ricordi belli, forse perchè sono lontani e li sto perdendo.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è Gabriel Garcia Marquez recentemente scomparso. Il suo libro "Cent'anni di solitudine" mi ha accompagnato per circa 40 anni. Con lui ho sognato posti sconosciuti, persone originali, famiglie longeve. Connubio fra credenze popolari e religiosità. Guerre civili, amori belli, tristi, sogni infranti e fine del mondo di Macondo. Questo libro ha influenzato la mia vita, imparando a considerare e studiare le persone cercando in loro soprattutto gli aspetti simpatici e piacevoli. Ho letto altri libri ma ritengo che Cent'anni di solitudine sia il capolavoro del XX° Secolo.
4. Perché è nata la sua opera?
Il libro "La vita continua..." non è altro che il proseguo di un altro libro intitolato "Una bambina racconta..." La bambina poi era cresciuta e io sentivo l'esigenza di raccontare come questa bambina e adolescente avesse affrontato il nuovo percorso che si prospettava quando "Il suono del campanello del parlatoio del collegio delle orfane di Vercelli mi avvisò che dovevo uscire per sempre da quel mondo, un mondo che mi aveva protetta e difesa dalle insidie del "fuori". Il portone si chiuse alle mie spalle ed io camminando a testa bassa notai che il marciapiede era sporco, ma raggiunta la piazza sentii il profumo dei fiori..." Era la speranza!
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sulla mia formazione letteraria ha influito molto la mia storia personale. Il collegio dove ho avuto occasioni per imparare ad esprimermi, a riconoscere le tante emozioni attraverso rapporti con le bambine che come me avevano storie dolorose. Lo scambio, i vari modi di raccontare gli avvenimenti, mi hanno arricchita e hanno sviluppato la capacità di raccontarmi e raccontare.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è stato un modo per raccontare sempre la realtà vissuta.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Ho cercato di togliere un po’ di quella sofferenza antica che mi ha condizionato la vita passata e ancora quella attuale. Ho cercato, attraverso le scrittura di condividere le esperienze con altre persone. Non sono riuscita nel mio intento perchè la sofferenza di vivere è completamente dentro di me.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Io sono allergica ai media. Ho un blocco mentale che mi impedisce di usare il computer. Manuela, mia figlia, mi ha sostenuta scrivendo lei stessa tutte le cose che io le dettavo. Apprezzava ciò che scriveva e io mi sentivo eccezionale: Grazie Manu.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia figlia Manuela.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Purtroppo si!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non lo conosco! Mi interesserò alla novità.