Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una comunicazione, una socialità, un confronto con l'altro, una esperienza di crescita umana e culturale.
La scrittura ti rende visibile, comunica qualche cosa che ti appartiene e trasmette i tuoi sentimenti, i tuoi pensieri, le tue opinioni, la tua personalità. La scrittura ha fatto nascere la storia e ha comportato un cambiamento radicale nel modo di vivere delle persone.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro che ho scritto parla di me solo in modo indiretto e descrive il lavoro fatto, l'impegno messo, il bisogno di trasmettere ad altri quanto sono riuscito a scoprire, le capacità di farlo in modo chiaro e proficuo per il lettore, la mia passione per la lingua materna che mi è stata inculcata dal mio primo vagito. Ricordo che da piccolo pensavo che l'arbresh fosse la lingua del mondo intero e, quando nel primo giorno di scuola ho sentito l'insegnante accoglierci in italiano, la mia delusione è stata grande.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il mio è un tentativo di assicurare alla mia lingua non l'eternità, che è impossibile, ma moltissimi anni ancora di sopravvivenza e dare a chi la parla la possibilità di utilizzarla conoscendone tutte le sue caratteristiche e strutture e vuole anche essere una testimonianza di affetto e gratitudine per le persone e i luoghi della mia infanzia.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata semplice e immediata. L'unico dilemma ha riguardato la lingua, se fosse opportuno usare l'arbresh o l'italiano o entrambi.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Nell'ipotetica isola porterei con me Pirandello e il suo Novelle per un anno. Pirandello è stato un geniale scrittore per quello che ha voluto rappresentare e per come l''ha saputo raccontare nelle sue novelle, romanzi e opere teatrali.
Ebook o cartaceo?
Penso che la differenza sia minima: entrambe le modalità comunicative consentono al lettore di fermarsi ad un certo punto, ripensare a quello che ha letto, fare le proprie considerazioni e valutazioni in merito. L'ebook forse fa risparmiare tanta carta per la gioia degli alberi e anche nostra, ma impegna molto meno persone nel lavoro.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
"Scrittore" è un termine che mi va abbondantemente largo. Sono forse più un lettore che ama riflettere e magari approfondire con lo studio e la ricerca per una crescita personale che mi renda capace di capire la società in cui sto vivendo e forse sarei capace o disponibile a condividere le mie riflessioni e considerazioni.
La scrittura è un'arte ardua e impegnativa.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce da ciò che ho detto in precedenza: dal bisogno di far prendere coscienza agli scettici della capacità comunicativa dell'arbresh. Il mio libro è una ricerca di grande impegno e di un lungo lavoro durato dodici anni di studi, riflessioni, dubbi, ripensamenti e di sconforto a volte. Ho sempre paragonato il mio impegno al lavoro dell'archeologo che scava su un sito e dai reperti che vi trova con acume, conoscenze e grandi capacità riesce a ricostruire con precisione l'epoca e il modo di vivere delle persone del luogo.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova una grande soddisfazione e comporta la conclusione di tutto il lavoro fatto in precedenza, cioè si è raggiunto lo scopo della fatica di tanti anni e con gratitudine si pensa al lavoro di tutti gli operatori che concretamente realizzano il suo sogno.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le prime persone che hanno letto il libro sono state le mie figlie che hanno dato una valutazione molto positiva sul lavoro dello scrittore e delle maestranze impegnate nella pubblicazione. Persiste il dubbio che il loro giudizio in riferimento allo scrittore sia un tantino di parte. Per essere felici, però, basta accontentarsi.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tutte le novità che aiutano l'uomo sono gradite. Tale tipologia consente ai ciechi di "leggere" un libro senza bisogno del braille e a tante persone di lavorare. Forse l'audiolibro potrebbe essere poco adatto per gli argomenti scientifici.