Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura assolve al mio desiderio di catturare i pensieri più profondi e renderli manifesti ai possibili lettori ma anche riflettere su me stessa.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è nato proprio in corrispondenza al periodo della pandemia covid.
Anche se situazioni e personaggi sono il frutto della mia fantasia, è chiaro che il contesto ha influito molto nel processo creativo.
Sentimenti di paura, solitudine e inquietudine, hanno trovato uno sfogo e mi hanno aiutato a superarli o conviverci senza troppa ansia per la realtà che stavo vivendo.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera?
Riflettendo oggi, mi rendo conto di aver provato una sorta di spinta interiore che mi ha consentito di scrivere quasi senza troppo sforzo il libro.
Una profonda soddisfazione.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Non è stata difficile in quanto credo sintetizzi bene quanto sia centrale il contesto di carattere medico e la figura del protagonista ossia il Primario di un ospedale.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sceglierei uno scrittore che potesse essermi di supporto nella sfida contro la solitudine e la sensazione di abbandono. Per questo motivo mi potrei identificare bene con i personaggi del libro di Paolo Giordano: " La solitudine dei numeri primi".
Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo: mi piace tenere il libro tra le mani e sfogliarlo.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
No. Non ritengo di intraprendere la carriera di scrittrice. Tuttavia mi piacerebbe essere letta per instaurare un rapporto costruttivo con i lettori. Ad esempio conoscere la loro opinione positiva o anche sulle eventuali critiche.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce dopo aver visto avanzare i contagi prima da lontano per poi arrivare in Italia e tutto quello che scatenava nella gente.
Anche i momenti di coesione sociale per far fronte comune contro il virus.
Un'amica che soffriva per non poter passeggiare mi disse che mi invidiata perché avevo un cane che potevo portare fuori.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Agli inizi non credevo di riuscire a dare corpo a questo libro. Volevo scrivere solo impressioni, poi, invece, la scrittura divenne più fluida e continuai sino a dare forma e contenuto ad un libro.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
L'ho fatto leggere al mio compagno che mi ha incoraggiato nel presentarlo alla Casa Editrice.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Certamente è una possibilità di far accedere alla lettura più persone.