Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è come aprire una finestra sull'anima, è parlare con i miei pensieri. È un attimo intimo, un dialogo silenzioso con me stesso e con il mondo.
È la possibilità di dare forma ad emozioni che altrimenti resterebbero intrappolate nel caos dei miei pensieri.
Scrivere in fondo è un atto di amore: per me stesso, per gli altri e per tutto ciò che cerco di comprendere e raccontare facendomi accompagnare sempre dal cuore, dall'amore, dalla curiosità e dalla voglia di esprimermi nella mia profonda e vera essenza.
Le emozioni che provo scrivendo si intrecciano come i fili di un tessuto bellissimo ma complesso, Le emozioni che provo sono molteplici: a volte c'è un senso di liberazione come se ogni parola mi aiutasse a respirare più a fondo. Altre volte scrivere è una sfida, un confronto con paure ed insicurezze. C'è poi l'entusiasmo di un bambino, l'entusiasmo iniziale, quel momento in cui un'idea si accende e senti l'urgenza di darle vita. È un'emozione pura simile ad una scintilla di gioia che illumina la mente. Arriva poi l'introspezione accompagnata spesso da un senso di vulnerabilità perché scrivere significa mettere a nudo parti di sé, esporre sentimenti e pensieri che spesso teniamo nascosto. È come guardarsi allo specchio e accettare ogni riflesso, anche quello che fa male. Ovviamente c'è anche la meraviglia, Quando le parole riescono a catturare un'emozione o un pensiero con una pressione inaspettata, come se scoprissero un tesoro nascosto dentro di me, un momento magico misto di soddisfazione e gratitudine. E per finire c'è l'empatia: immaginare che ciò che scrivo potrebbe risuonare con gli altri mi dà un senso di connessione profonda come se scrivessi non solo per me stesso ma per condividere un pezzo di me e di vita con chi legge
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Spesso quando si scrive un autore mostra emozioni profonde e momenti di formazione ed esperienza personale ed è inevitabile che vi siano influenze di sé stesso e della propria vita. Questo libro è un intreccio di alcuni aspetti di vita reale con elementi che amo definire come " fantasia del cuore e dell'anima". È uno scritto di me stesso, un ragazzo adolescente ripreso e rivisitato da me stesso un uomo di 44 anni, intriso di valori, sogni ma anche consapevolezza e realtà, con le idee chiare su ciò che nella vita ha veramente valore per me. Ho cercato di dare la mia visione da "uomo sognante" su temi come: la vita, la paura, l'amore, il coraggio, la generosità, la solidarietà, la crescita, la morte, il passato, il presente e il futuro. Il tutto attraverso una serie di personaggi che partono da me stesso e approdano nella consapevolezza che nella vita, qualunque cosa accada c'è sempre un domani, "oltre il domani"
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere "oltre il domani" ha rappresentato un viaggio interiore, quasi un viaggio nel tempo di me stesso un modo per dare forma ai miei pensieri più profondi, ai miei valori, e condividere emozioni autentiche, vere, sincere, pure. È stato anche un atto di scoperta, connessione ed empatia con l'obiettivo di toccare prima il mio cuore e poi quello di chi mi onorerà di leggere il mio libro. È stato anche per me un momento di riflessione e crescita personale, un modo per esplorare temi per me universali e tradurli in parole, cercando di dare un senso alle emozioni e creare un dialogo sincero con me stesso e con i lettori.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo di un libro in generale può essere semplice ma anche molto complessa a seconda del legame emotivo e concettuale che si ha con il tema centrale dell'opera e con sé stessi. Spesso è un vero combattimento con sé stessi per valutare diverse opzioni che possano rappresentare al meglio i messaggi e l'atmosfera del libro. La scelta del titolo è stata immediata e naturale come se ci fosse una connessione chiara e viva con ciò che volevo esprimere e comunicare.
I temi trattati sono ampi ma l'amore e la speranza sono l'essenza pura, con la consapevolezza che anche nei momenti più bui, quando tutto sembra crollare e quando meno te lo aspetti tutto può accadere, "oltre il domani". C'è sempre qualcosa di bello che sta per arrivare, basta saper aprire la porta.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sembrerà strano ma porterei con me "il libro Cuore" di Edmondo De Amicis.
Per me questo libro ha un significato profondo: è un libro che parla di valori umani, universali come l'amore, l’amicizia, la solidarietà, il sacrificio. È il libro col quale su un’isola deserta non mi sentirei mai solo con le sue storie semplici e commoventi di piccoli protagonisti; storie che danno conforto, speranza, ricordando l'importanza dei legami umani con una narrazione empatica, viva, sentita, di altri tempi infondendo un senso di connessione con l'umanità, anche solo e a distanza. È un libro che evoca ricordi personali, riportandomi all'adolescenza e offrendomi un senso di nostalgia e familiarità anche in un contesto alieno.
Ebook o cartaceo?
Penso che siano strumenti diversi ma con lo stesso obiettivo: iniziare un viaggio attraverso i paesaggi del pensiero, passando per svariati scenari delle emozioni, incontrando valori, sentimenti e percezioni.
Però io amo il profumo della carta, il fruscio delle pagine e il piacer di sfiorare una copertina. Il cartaceo per me è come un abbraccio: ti immerge in un’esperienza sensoriale che si lega ai tuoi ricordi. È un compagno che prende posto nella tua libreria quasi a dire: " Sono parte di te". Un libro cartaceo è qualcosa di magico, è un’esperienza sensoriale che coinvolge non solo gli occhi ma anche le mani, l'olfatto, il pensiero, il proprio io.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non ho mai deciso di intraprendere la carriera di scrittore. Essere scrittore per me non è un lavoro, del resto nella vita per lavoro faccio altro, ma mi sento scrittore, perché non l'ho intrapreso questo percorso, l'ho sempre "sentito", vissuto, da bambino, da ragazzo, da adulto. Adoravo scrivere, la mia mano correva senza sosta, impugnata una penna riempiva fogli e fogli in tempi brevissimi non solo a scuola ma anche nel tempo libero. Era ed è il mio modo di esprimermi a pieno, di aprire le porte del mio essere profondo. Scrivo perché lo sento e adoro la carta e la penna, alla vecchia maniera perché la sento come una "metodica artigianale" per sviluppare creazioni uniche, intime, memorabili.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ero ragazzo e mi sono sempre detto "prima o poi scriverò e pubblicherò un libro".
La vita poi prende spesso piaghe inaspettate, percorsi che alle volte, riempiendoti di obiettivi e responsabilità di distolgono poi dalle passioni che ti fanno sentire vivo, vero che aiutano "il demone di te stesso" ad esprimersi a pieno per arrivare al senso pieno della cosiddetta "eudaimonia" , la felicità.
E' così un giorno, alla tenera età di 44 anni, maritò. papà. manager d'azienda. pieno di cose da fare e da gestire, ho deciso di spolverare i mei scritti adolescenziali per plasmarli, dagli una forma piena, consapevole, ho deciso di esprimere una mia grande passione "la scrittura" e quindi di ricominciare a scrivere. Così è nato questo primo libro e vi anticipo che non sarà il primo. Altri due già sono pronti. "Oltre il domani" è proprio questo, crederci sempre, essere certi che il bello, ancora più bello dell'attuale, ancora deve arrivare.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’esperienza incredibilmente emozionante e al contempo complessa.
È come assistere a una parte di sé che si distacca che diventa tangibile e accessibile ad altri.
Si, soddisfazione, pienezza, gioia, felicità ma anche paura, vulnerabilità. L'idea che la propria "anima" venga tradotta in "parole" e idee pubbliche da grande orgoglio ma anche tanto timore. Le proprie emozioni e i propri pensieri vengono condivisi con il mondo e questo da un lato genera liberazione ma anche un profondo senso di responsabilità. È come vedere un bambino che cresce e sentire che il tuo lavoro potrebbe toccare il cuore di altri o ispirare in altri mondi inaspettati, sconosciuti. È una sensazione fantastica, memorabile, unica.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Questo mio primo libro lo ho tenuto segreto, un po' geloso forse dell'impegno e del sacrificio che cera dietro la stesura ma soprattutto timoroso di essere giudicato per la mia visione della vita e dei valori, una visione poco odierna ma tanto vera, genuina, pura. "oltre il domani" è un testo che vuole comunicare cose belle, valori spesso perduti nella nostra società; vuole essere un momento per aiutare a riflettere dentro e fuori se stessi ma non come sermone ma come condivisione di un percorso interiore vivo, forte, intenso, messo a diposizione degli altri per condividerlo e avviarlo in ogni lettore, con l'obiettivo di essere più umani. Quindi quando l'ho scritto lo ho tenuto per me e solo dopo la pubblicazione lo ho mostrato per prima a Francesca, mia moglie, il cui parere è ciò a cui tengo di più. E questo per farle anche una sorpresa: fare a lei la mia prima dedica da scrittore del mio primo libro, a lei che conosco da 25 anni, con cui ho costruito la nostra famiglia, i nostri figli, il mio lavoro, la nostra vita, tutto. Perché lei insieme ai miei figli è ciò che volevo, voglio e vorrò sempre "oltre il domani"
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente sta trasformando il modo in cui ci si approccia alla lettura che lettura alla fine non è nello specifico. Mi ricordano un po' le antiche novelle narrate nel medioevo con la tecnologia e il progresso di questo tempo. Sono sicuramente uno strumento veloce, rapido in cui chi ascolta non viaggia in prima classe come chi legge un libro, ma viaggia comunque anche se a mio avviso si perde "il fantastico mondo della lettura".
C'è da dire, però, che sono uno strumento fantastico per le persone in difficoltà visive o per chi ha poco tempo o "piacere" di leggere perché aiutano a superare gli ostacoli fisici di approccio alla lettura e permettono di ascoltare un libro mentre si è in movimento, in auto o nelle attività quotidiane.
Si perde però il "rituale della lettura" che per me non ha confronto alcuno con nessuna modera tecnologia