Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Mi chiamo Benedetta, ho 13 anni e vengo da Agropoli, una cittadina sul mare in provincia di Salerno. Frequento la terza media dell'Istituto "G. Rossi Vairo" ad Agropoli.
Amo leggere ed è dalla lettura che ho iniziato a sentire il bisogno di scrivere. Ho cominciato un po' per gioco, non avevo ben chiaro cosa avrei scritto, né quello che avrei trattato, ma più scrivevo e più i personaggi e le loro storie cominciavano a prendere vita. Non ci sono voluti molti mesi che mi sono ritrovata ad aver completato il mio primo romanzo.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso nelle mie giornate che dedico alla scrittura, perché la mattina sono a scuola, mentre il pomeriggio tra compiti e rientri pomeridiani, PON e quanto altro non ho davvero un attimo di tempo. Tuttavia, spesso la sera, nella tranquillità della mia camera, mi vengono idee, pensieri e così mi precipito ad annotarli sul mio immancabile taccuino. Idee, pensieri che poi durante le vacanze di Natale e durante l'estate si trasformano in storie da raccontare.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Come ho già detto, una delle mie grandi passioni è la lettura. Ci sono molti autori che amo leggere e che seguo sui social. Sono molto legata a Rokia, della quale ho amato in particolar modo "The Truth Untold", a Hazel Riley, l'autrice di "Game of Gods" e a Rebecca Yarros della quale ho letto "Fourth Wing" e "Iron Flame". Potrei parlare dei lori libri per ore, ma questo spesso annoia i miei amici che naturalmente hanno interessi diversi dai miei e così mi sento dire "Benedetta basta!"
Perché è nata la sua opera?
Non c'è stato un motivo scatenante. Così, quasi per gioco, una sera ho cominciato a scrivere e più scrivevo, più avevo voglia di continuare. È stato uno sperimentarmi a piccoli passi, giorno dopo giorno.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è sicuramente un modo per raccontare la realtà. Ne "Le Ali dei Sogni Sospesi" si racconta l'omosessualità, si parla di tossicodipendenza, di abbandono, di ribellione. Mi auguro che chi mi leggerà possa ritrovare nel libro un po' di sé stesso e della sua esperienza di vita oppure che possa ritrovare semplicemente uno spunto di riflessione in più.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è molti di me nei miei personaggi. C'è molto in Brittany, la protagonista, una ragazza romantica e sognatrice, ma anche concreta e riflessiva. C'è un po' di me in Caroline, indipendente e ribelle; c'è un po' di me in Ethan, umile e ambizioso; c'è un po' di me in Michael, pacifista e mitigatore e c'è un po' di me in Christian, soprattutto rispetto al fatto che tende a tenere i suoi segreti per sé. C'è meno di me in Jackson, troppo pacato e accondiscendente. D'altronde non potevano assomigliarmi tutti!
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non so se c'è qualcuno che si è rivelato fondamentale in particolare. Penso che gli insegnamenti, i valori e l'attenzione che mi hanno dedicato i miei genitori siano stati fondamentali per fare di me la ragazza che oggi sono. Una ragazza riflessiva, sensibile e amante della vita e credo che tutti questi ingredienti siano stati fondamentali nella stesura del mio romanzo. Sicuramente ho un legame speciale con mia madre e lei mi ha supportata, ma soprattutto supportata nei momenti "no" e, credetemi, ci sono stati. Bastava un suo sguardo, una sua parola per riaccenderei in me nuovi entusiasmi e stimoli, ed ecco che il momento "no" svaniva, come per magia. Credo sia la magia dell’amore!
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mia madre lo ha letto capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, appassionandosi ai miei personaggi, attimo dopo attimo mentre mio padre ha voluto lo completassi prima di leggerlo per goderselo tutto d'un fiato. Loro sono stati i miei primi lettori e i miei primi fan.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Da accanita lettrice con una casa piena di libri, sono entusiasta dell'ebook. Certo, il fascino del cartaceo non si discute, ma il vantaggio a volte di poter leggere mentre si aspetta un'amica o mentre si è alla fermata dell'autobus è strepitoso.
Sono ancora un po'scettica rispetto alla possibilità di affaticare la vista (sono miope), ma pare che sotto questo aspetto la tecnologia sia molto migliorata con conseguenti meno danni. Secondo me il futuro è l'ebook anche per un discorso di maggiore convenienza economica, ma credo che il vero traguardo possa essere, come in tutte le cose, l'equilibrio tra le due forme di lettura, quella classica e l'ebook.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Al momento non ne sono una sostenitrice. Mi piace leggere, mi piace sottolineare i passi più belli, mi piace annotare le frasi più significative e tutto questo con l'audiolibro non potrei farlo. Mi rendo, tuttavia conto che per molti potrebbe essere un vantaggio ascoltare un libro mentre si guida mentre si lavano i piatti o mentre si fa la spesa, ma per me, oggi, risulta davvero difficile. In futuro? Mai dire mai.