Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è il modo migliore per rendere visibili i pensieri e renderli disponibili anche agli altri.
Con la scrittura mi piace concretizzare le tantissime idee che albergano o anche semplicemente transitano nella mia mente. L'emozione più grande è vedere che le proprie idee e le proprie emozioni prendono vita anche al di fuori della mia mente.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro ci sono spunti di vita reale vissuta da me o da altri che si intrecciano con altre vite che forse si sarebbero volute vivere. In alcuni momenti, invece, è semplicemente la libertà di vivere anche fuori dal proprio corpo.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo romanzo ha rappresentato la libertà di immaginare e vivere altre vite che non sono quella mia ma che man mano diventano vicine a me e partecipano al mio vivere quotidiano.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è forse è la cosa più difficile. Durante la stesura del romanzo molti titoli possibili si affollano nella mente ma poi bisogna scegliere quello che più piace o dà l'idea del tutto in due singole parole. Magari quelle più significative o che stimolano la curiosità del lettore. Molti libri vengono acquistati o anche semplicemente maneggiati in libreria o su internet solo grazie alla curiosità creata dal titolo anche prima di leggere la breve sinossi.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
È difficilissimo per me, dire quale libro vorrei portare con me su un'isola deserta perché ne porterei tantissimi come sono tanti quelli nella mia libreria personale. Se proprio dovessi scegliere ne porterei almeno 3: Io Uccido di Giorgio Faletti, Il Nome della osa di Umberto Eco e il Trattato sulla tolleranza di Voltaire. Partirei con la tristezza di averne lasciati tantissimi. Giorgio Faletti con Io Uccido è stata una grande scoperta di uno scrittore eccezionale rivelatosi al suo primo romanzo che ha saputo catturare la mia attenzione in modo imprevisto e forse per questo ancora più bello. Umberto Eco con Il Nome della Rosa per i dettagli descrittivi impareggiabili che rendono visibile quello che viene descritto e Voltaire Trattato sulla Tolleranza perché è un grandissimo insegnamento ad essere tolleranti, sempre.
Ebook o cartaceo?
Sarebbe troppo facile scegliere il cartaceo rispetto all'ebook per il gusto di sfogliare le pagine, sentire il profumo della stampa e poi guardarli in fila nella mia libreria, ma non si può restare aggrappati a vecchi schemi mentali, l'ebook è l'evoluzione del libro cartaceo e che ha tantissimi vantaggi, dalla facile trasportabilità anche di grosse quantità di libri, alla comodità di lettura sempre a portata di mano, a casa, fuori, in vacanza o in qualsiasi altro luogo e momento.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Penso che scegliere di diventare autore mi è venuta come naturale evoluzione dopo aver passato tantissimi anni tra tanti libri come lettore.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Più che dell’idea che ha fatto nascere questo libro, devo dire che c'è un colpevole: la mia insonnia! Quando si trascorrono molte ore della notte nel silenzio e in solitudine, i pensieri e le idee si affollano da sole nella mente. A questo humus naturale va aggiunto la vita di tanti che osservo quotidianamente o che semplicemente immagino seduto da solo nel mio studio in compagnia dei miei libri che è come se si animassero e mi spingessero ad andare oltre la lettura.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere che le idee prima scritte alla rinfusa, poi organizzare ed infine stampate in un libro reale rappresentano una emozione grandissima che solo chi ama i libri riesce a capire interamente.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le prime persone che hanno letto il libro sono stati i miei familiari (moglie e figli) che hanno fatto da cavia per avere un primo giudizio seppure di parte. Poi il contatto con Vito Pacelli e i suoi collaboratori, sempre molto discreti e professionali, hanno fatto il resto invogliandomi alla pubblicazione.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro può essere anche considerato un punto di arrivo per una società che si vuole definire moderna e civile perché dare la possibilità di leggere libri anche a chi, per svariati motivi, non ne l'avrebbe: Penso ai tanti ipovedenti, agli anziani che non riescono più a tenera un libro in mano così come ai tanti malati o comunque a tutti quelli che anche avendo l'uso normale delle mani ma che semplicemente preferiscono farsi leggere un libro perché anche mentre impegnati in altre attività (banalmente anche tutti quelli che passeggiano o fanno footing e tantissimi altri).