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05 Giu
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Intervista all'autore - Antonio De Martino -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Portici (NA) un paese molto piccolo ma intensamente abitato, che confina con Napoli dal quale non sono andato più via. Mi trovo poco distante dal Vesuvio con il quale mi sento gemellato.
Infatti sono nato nel 1944 che fu l'anno della sua ultima eruzione dalla quale la mia città ne uscì quasi indenne. Portici confina anche con il mare e dalle sue rive si vede il golfo di Napoli, Capri, Ischia, la penisola sorrentina. Ho svolto i miei studi in parte a Portici e poi a Napoli dove mi sono formato culturalmente. Amo la mia città ed ho la sensazione che si trovi in un posto magico dove tutti i suoi cittadini sono per la maggior parte poeti, musicisti e scrittori e tutti si vogliono bene. Penso di essere già nato scrittore e sono fiero di essere napoletano. Ho avuto la voce di tenore e per hobby ho scritto due saggi dei quali il secondo di essi ha prevalentemente un contenuto spirituale e scientifico.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ci sono momenti programmati per scrivere. Le idee arrivano all'improvviso tramite le mie percezioni. Tutto quello che penso viene elaborato dai miei neuroni che hanno sede nel mio cervello e nelle sue vicinanze. Il mio pensiero sceglie gli impulsi trasmettitori adatti alla formulazione dei miei quesiti e li collega tra loro mediante le sinapsi che poi le comunico ai diretti interessati. Questi eventi si possono eseguire nell'arco della giornata oppure nei momenti successivi.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Oriana Fallaci, scrittrice e partigiana. Uno dei suoi libri più belli è intitolato: Lettera ad un bambino mai nato.
 
Perché è nata la sua opera?
Non siamo noi a decidere della nostra vita ma è il nostro destino. Il mio saggio è nato perché era necessario che nascesse, altrimenti la nostra vita si sarebbe interrotta come conseguenza logica e sarebbe piombata in un blocco mentale dalla durata incalcolabile.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La formazione letteraria si acquisisce con le esperienze di vita e con la cultura ed entrambi provengono dal pensiero. Se non si pensa si rimane fermi. Il contesto
sociale aiuta ad essere più veloci nella formazione del pensiero oppure più lenti, oppure addirittura ci può fermare per un certo tempo per sempre.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per raccontare la realtà a condizione che si riesca ad avere la logica per farlo.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Questa domanda è retorica. Il libro è stato scritto solo da me e con l'aiuto del mio pensiero che si è formato con le mie esperienze culturali, con i ricordi della mia vita vissuta, con la mia tenacia e con il mantenimento delle mie capacità mentali.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non c'è stato nessuno a livello mentale e fisico, tranne che me stesso e lo Spirito Santo che mi ha sempre accompagnato, tenendomi per mano, che si è rivelato fondamentale per la stesura dell'opera.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al correttore di bozze.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non solo, ma il cartaceo supera qualsiasi ostacolo. Non si può rimanere tranquilli fidandoci solo della memoria genetica già acquisita e di quella recente. Basta un virus che colpisce il cervello in maniera irreparabile, che si perde tutto.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audio libro è un'ottima soluzione per i non vedenti, per le persone disabili totali, per coloro che viaggiano in auto e per coloro i quali desiderano ascoltare il loro libro tranquillamente in poltrona.

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