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BookSprint Edizioni Blog

31 Mag
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Intervista all'autore - Bruno Milano -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è innanzitutto il piacere di redigere a mano libera i miei racconti. Alla scuola dei miei tempi, fra le altre, c'era anche una materia che mi piaceva particolarmente si chiamava BELLA CALLIGRAFIA.
Si scriveva in corsivo sulla pergamena con in trasparenza l'aiuto di uno schema chiamato FALSARIGA che aiutava a mantenere l'inclinazione del carattere a 45 gradi. Si consideri che di tutti i miei romanzi (editi ed inediti) conservo la copia originale scritta a mano in corsivo. Poi necessariamente il tutto è stato ingurgitato dal computer. Quindi, oltre l'emozione provocata dalla convinzione personale di aver scritto una bella storia, c'è la soddisfazione di rileggerla scritta a mano in corsivo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro ho trasmesso al mio personaggio della RAGIONIERA molto del mio modo di pensare. Ho vissuto la mia giovinezza (anni 60/70) anni in un quartiere operaio di una grande città industriale. A Torino quegli anni erano quelli delle grandi opere ma anche delle grandi differenze sociali. Certamente Napoli non viveva le problematiche della città industriale dove la grande fabbrica a Torino dispensava la ricchezza ma senza che te ne accorgessi decideva anche come tu dovevi spenderla. A quei tempi il lavoro sicuro nella mia città era la fabbrica privata va da sé che la, dove non esiste l'industria il posto sicuro era quello da ottenere nelle Pubblica Amministrazione. E quindi anche la mia Ragioniera, anche lei soggetta al retaggio della morale di vita napoletana, combatte con tutte le sue forze per ottenerlo.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Non è stato facile per me piemontese nato nelle colline vinicole delle Langhe, tanto care al mio conterraneo Cesare Pavese, scrivere una storia ambientata a Napoli. Fortunatamente ho avuto l'occasione di vivere una settimana di vacanza turistica a Napoli in Via Mezzocannone. È stato un colpo di fulmine, quella città mi ha entusiasmato e da attento osservatore quale sono, girando per i vicoli e le famosissime stradine di quella zona di città, sono riuscito a recepire la forza di volontà di quel popolo e gli anacronismi che devono gestire per cercare di vivere nel modo più elegante possibile. Sono ammirato e penso che a Napoli ci ritornerò ... e non solo una volta. Scrivere LA RAGIONIERA per me è stato il tentativo di cercare di immedesimarmi nella vita dei napoletani.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è scaturito spontaneamente mentre scrivevo la storia. È il ruolo giusto della protagonista, un personaggio virtuoso che si scontra in un contesto malavitoso. Per me è una miscela esplosiva ed è fantastico immaginare e fare in modo che è il virtuoso che alla fine vince e realizza il suo sogno.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
LA LUNA E I FALO' di Cesare Pavese mio conterraneo.
Perché racconta in modo crudo e speculare la vita dei contadini piemontesi del passato. Io dall'età di 7 anni fino ai 15 anni ho trascorso i 4 mesi delle vacanze scolastiche a casa di mio nonno materno nelle Langhe piemontesi dove ho avuto modo di vivere quella vita contadina non ancora industriale dove tutto si faceva ancora a mano. Leggere quel romanzo è come discorrere di vita vissuta e non mi stanco mai di ricordare e ripetere sempre le stesse cose.
 
Ebook o cartaceo?
Rispondo alla domanda con una domanda.
Secondo voi, uno scrittore come me che scrive a mano in bella calligrafia in corsivo la copia originale di ogni suo romando (ho scritto 10 editi e 18 inediti nel cassetto) cosa può rispondere?
Dopodiché ben venga E_BOOK per soddisfare le sopraggiunte necessità commerciali.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Da ragazzo, quando in compagnia degli amici di allora, trascorrevamo ore sdraiati sui prati guardando le stelle e ragionando sulla parola INFINITO, quando gli altri andavano a casa, ovviamente senza risposte, io rimanevo ancora un po’.
C'era qualcosa che mi impediva di vedere con superficialità le cose che mi circondavano. Poi un giorno ho letto la notizia che mi ha letteralmente frastornato e condizionato per tutta la vita. Sapere che su questo pianeta, prima del genere umano, per 180.000.000 di anni hanno vissuto i dinosauri per poi sparire con uno schiocco di dita, è diventata un'ossessione che in qualche modo mi ha sollecitato la fantasia ed inevitabilmente portato a scrivere.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Da ragazzo in quella Torino del passato ho vissuto la vergona di leggere i cartelli affissi sui portoni delle case con su scritto "NON SI AFFITTA AI MERIDIONALI" e correva voce che una famiglia di operai immigrati napoletani avevano piantato i pomodori nella vasca da bagno ostruendo così le tubature della casa.
Si sa che l'integrazione sono sempre i più giovani a realizzarla ed il mio migliore amico di allora era un ragazzo napoletano.
Non ho mai conosciuto una famiglia migliore di quella del mio amico napoletano e quando ero ospite a casa sua mangiavo cose buonissime che non avevo mai mangiato prima. Garantisco che in quella casa pulitissima di napoletani le poche volte che ho usufruito del bagno non ho trovato pomodori piantati nella vasca da bagno.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Per uno scrittore vedere un proprio lavoro diventare un libro è il traguardo tanto ambito. Personalmente scopro un velato senso di timore quando penso a quali critiche riceverò dai lettori che sceglieranno di leggermi.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio amico Sergio legge per primo tutte le bozze dei miei romanzi, per me è il termometro. Devo ammettere che, non sempre ma qualche volta si è anche lasciato andare dicendomi "CARO BRUNO QUESTO SARA' UN SUCCESSO".
Caro Sergio bontà tua.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che nell'era delle stampanti tridimensionali, dell'intelligenza artificiale, degli avvistamenti UFO ormai quotidiani, quella dell'audiolibro sia un evento inevitabile. Non sarò certo io ad esprimermi ma, come usualmente si dice, ai posteri l'ardua sentenza.

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