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BookSprint Edizioni Blog

04 Gen
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Intervista all'autore - Luciano Cagnata -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono figlio di contadini e amo le persone che vivono dei frutti della terra. Nonostante sia diventato un manager di successo, non ho mai abbandonato la vita della campagna.
Con mia moglie abbiamo una casa di campagna molto grande come lo erano le fattorie un tempo nella quale abbiamo cresciuto due figlie cercando di trasmettere loro l'amore per la semplicità. Nostre figlie non hanno mai beneficiato del fatto di provenire da una famiglia agiata. Durante l'infanzia ho vissuto la povertà e questo mi ha spinto a fare tutti gli sforzi necessari per studiare e migliorare le condizioni di vita mia e di tutta la mia famiglia. Durante il periodo degli studi superiori le mie aspettative per il futuro si dividevano in due strade. Diventare un manager oppure un giornalista. Durante gli ultimi anni delle superiori prendevo regolarmente 10 nelle prove scritte di italiano. Credo sia dipeso dal fatto che, fin dalle scuole elementari, ogni giorno mi portavo a casa un libro dalla biblioteca e lo leggevo tutto la sera nel mio lettino. Anche al lume di candela quando non avevamo ancora la corrente elettrica. Ho trasmesso la passione alla mia nipotina che oggi ha nove anni. Anche lei si porta a casa i libri della biblioteca. Il risultato è che compone con molta scioltezza e correttezza. Penso che la mia capacità di scrivere derivi da questa abitudine fanciullesca. Dopo l'esame di Italiano all'esame di maturità, la commissaria che veniva da Ferrara ed era insegnante di italiano, uscì con me ed avviò una discussione sui contenuti del mio componimento. A settembre ricevetti, unico in Italia, l'invito alla iscrizione alla prima scuola di giornalismo dove insegnavano docenti molto noti. Però, qualche giorno prima mi ero iscritto alla Bocconi e così andai nell'atra direzione. Che non era per niente scontata. Non è che tutti i ragionieri o dottori commercialisti diventano manager. Servono altre qualità che non si insegnano a scuola. Per quanto mi riguarda non so se avevo capacità idonee. Di sicuro non avrei mai accettato una vita da mezze maniche. La sorte e forse anche qualche qualità ha voluto che facessi il semplice impiegato amministrativo per soli 25 mesi. Poi divenni manager. Non ho mai sgomitato né per i ruoli né per lo stipendio. Sono venuti tutti di conseguenza. Posso dire che la mia più importante qualità sia sempre stata la capacità di delegare. Imparavo e poi delegavo perché volevo imparare cose nuove. Penso che sia un caso raro in un ambiente di invidie dove tanti si tengono stretti il lavoro per paura che si possa scoprire che sono inadeguati. Non ho mai avuto questo problema. Ho sempre voluto far crescere chi mi stava vicino. Un aneddoto posso raccontare. Una sera a tarda ora, quando ero rimasto il solo alla scrivania, entrò nel mio ufficio il custode dello stabilimento. Mi disse testualmente "Stia attento direttore che uno dei suoi colleghi sta lavorando per prendere il suo posto". Sorrisi e gli risposi. Caro Aldo, e lei crede che non me ne sia accorto? Però le dico che voglio lavorare solo con colleghi che ambiscono a prendere il mio posto. Perché per far andare bene le cose, servono persone capaci ed ambiziose. Questo aneddoto dipinge il quadro più aderente alla mia persona.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ho cominciato a riprendere in mano la mia altra passione quando il lavoro è rallentato. A 67 anni sono andato in pensione di vecchiaia. Non ho smesso di lavorare anche perché i miei clienti storici non me lo hanno consentito. Però ho iniziato un percorso di uscita graduale dagli impegni pressanti e stressanti. Oggi, dopo quasi 6 anni dal pensionamento ho ancora qualche impegno che mi occupa soprattutto al mattino. Poi ho la mia amata campagna che mi porta via tempo importante. Oltre alla coltivazione dei pochi ettari di terra, coltivo la passione per la frutta (a casa mia si mangia moltissima frutta tutta di produzione propria. Tranne le arance. Le siciliane Tarocco che amo tantissimo). Poi ho gli animali da cortile e anche qui fra uova, polli, galline, anatre ecc. la spesa per la carne è molto contenuta. E comunque non acquisto carne nella GDO ma in una macelleria che alleva e macella la carne per i clienti. Sui ciocchi di pioppo raccogliamo, ogni anno i fungi pioppini per i nostri risotti. Il riso lo acquisto alla pila dove pilano il riso delle nostre campagne (il vialone nano) che la De Agostini considera il miglior riso al mondo. Mi sono fatto un piccolo allevamento di pesce che alimento con l'acqua cristallina del mio pozzo. Tutto questo ovviamente comporta del tempo che devo dedicare e che farò fino a che le forze me lo consentiranno. Oggi, nella rimodernata, vecchia e grande casa di campagna viviamo solo io e mia moglie con, oltre agli animali da cortile, molti gatti e la nostra cagnolina. E con le telecamere ed il sistema d'allarme sempre acceso perché vivere da soli in campagna è molto pericoloso oggi. Dunque scrivo la sera dopo cena.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Qui mi trovate in castagna. Vedete, io era molto bravo a scrivere ma odiavo i classici. Negli ultimi due anni delle superiori, il mio insegnate di italiano ha rinunciato ad interrogarmi sulla Divina Commedia perché mi avrebbe rovinato la mediai. Gli dicevo che a me non interessava nulla della Divina Commedia e che non mi sarebbe mai servita nella vita. Oggi la mancata cultura classica mi manca del tutto e questo mi fa sentire ignorante. Le mie letture sono moltissimi quotidiani. L'unico "scrittore" di cui non perdo mai una sua uscita è il Professor Giulio Tremonti. Che ho avuto la fortuna di conoscere e che il Paese non utilizza per tutto quello che può dare. Che è moltissimo. In questo non è aiutato dal carattere. Diversamente dal sottoscritto non riesce a sopportare le persone che non stima e per questo è considerato, da molti che non sono adeguati al suo livello, una persona arrogante.
 
Perché è nata la sua opera?
Se parliamo del mio quinto lavoro (anche se è il quarto ad uscire), e cioè "HANNO VINTO LE AUTOCRAZIE", l'ispirazione deriva dalla constatazione che i poteri forti hanno totalmente sottomesso la politica. La copertina è illuminante. La mano dei potenti burattinai che tira le fila dei politici burattini. Il problema di questa situazione è che, non essendoci più la tensione politica nei nostri rappresentati eletti, l'unica cosa che importa è il denaro. Sui problemi di come fare sempre più soldi, coloro che comandano gli stati nei fatti, sono molto bravi e preparati. Non lo sono per niente per affrontare gli altri problemi dei Paesi occidentali. La povertà, la scolarizzazione per dirne solo due. Figuriamoci dei problemi di diritto internazionale e dei rapporti fra le nazioni. Lo stiamo vedendo oggi con l due crisi più grandi. La guerra Russia-Ucraina e il disastro Mediorientale. Ma anche il fallimento dell'Europa assolutamente incapace di svolgere il ruolo che la sua Storia le assegnerebbe. Fallimento dovuto alla inadeguatezza della classe politica e alla politica USA tesa da decenni a fare qualunque cosa fosse necessaria per impedire il processo di unità europea. Sono arrivato a pensare che solo una buona dose di nazionalismo sia la soluzione per una Europa ridotta nelle attuali condizioni. Con i problemi che ha il mondo loro si preoccupano di sciocchezze. Come voler imporre l'alimentazione. Affinché l'Europa possa contare qualcosa deve capire che si deve occupare solo delle cose di interesse comune come la difesa, la magistratura o le tasse. Per il resto devono essere i singoli Paesi a decidere e legiferare. Si chiama decentramento.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Pesantemente. Tutto il mio pensiero deriva dalle mie esperienze. Dalla educazione ricevuta sia a casa che a scuola. Ho lavorato duramente perché credo che la famiglia meriti tutto il nostro impegno. Un impegno totale. Per lavoro ho girato l'Italia e non solo, ma tutti i sacrifici che io e mia moglie abbiamo fatto era per la nostra famiglia. La famiglia che oggi, in moti ambienti non viene più considerata meritevole di attenzioni. Dal punto di vista fiscale anzitutto. Purtroppo anche l'educazione Cattolica Cristiana non ha più il faro illuminante della famiglia. Abbiamo un Pontefice venuto da lontano che rincorre il bisogno di soddisfare il modernismo e che abbandona i dogmi e lascia soli i credenti. Così le chiese si svuotano. D'altronde quando sento persone come Piero Sansonetti, che fra l'altro stimo per il suo vero garantismo, dire che è perfettamente d'accordo con il Papa. O lo stesso Papa che si affida a un extra parlamentare per i rapporti con le ONG, mi cadono le braccia. La Chiesa Cattolica ci ha lasciati soli noi che viviamo secondo gli insegnamenti di Cristo.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi che, l'aver trovato un editore che pubblica i miei deliri, mi incita a continuare a raccontare ciò che penso sui problemi più importati che l'umanità sta vivendo. Ho scritto sui cambiamenti climatici, sulla guerra in Ucraina, sulle invasioni di specie invasive alloctone che rischiano di far estinguere moltissime specie viventi avendo le associazioni animaliste che vietano ogni azione di contenimento del fenomeno. Il fatto è che, mentre con i cambiamenti climatici le estinzioni avvengono in migliaia di anni e le creature viventi hanno dimostrato la loro capacità di adattamento, con le invasioni nocive, le estinzioni avvengono in tempi brevissimi. Con questo libro racconto la fine delle democrazie occidentali dove la politica è stata sottomessa dalla economia. Purtroppo avendo l'aiuto di una Magistratura inquirente che ha debordato dai suoi compiti.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. D'altronde si tratta di saggi dove devi metterci il tuo pensiero. Non accodarti al pensiero di altri. Quello che scrivo non è mediato da niente e nessuno. Neanche dal riferimento ad altri e tantomeno ai classici che non ho voluto studiare da giovane. Ciò che scrivo viene solo ed esclusivamente dal mio pensiero.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Tutti gli uomini e le donne libere che nel mondo soffrono per ingiustizie ed oppressioni. Questi sono coloro che mi ispirano a scrivere. Perché sono le persone più fragili e più in pericolo in un mondo dove l'umanità non conta più nulla. Anche a causa di una scuola che ha perso la sua capacità di formare. Le persone anzitutto. Vorrei che la scuola, per tutto il periodo della scuola dell'obbligo si dedicasse alla formazione delle persone. Successivamente alla formazione al lavoro. Se la scuola adempisse a questo impegno non vedremmo gli orrori della criminalità così diffusa e a quella minorile che mi angoscia.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad una casa editrice. Mia moglie detesta questa mia passione perché ci toglie tempo per stare assieme e lo ha già fatto molto in passato, il mio lavoro. Non ha mai voluto leggere una sola riga dei miei libri. Per quanto riguarda le conoscenze, credo si possa comprendere che, con il lavoro che ho fatto per molti anni, siano tantissime ma nessuna seriamente vissuta e praticata. Amico è un termine molto importante e molto raro. Presuppone condivisioni continue che non ho potuto intrattenere. a chi mi conosce e che so mi stimi riservo una copia dopo la pubblicazione. Con dedica.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non ho nessun dubbio. E un poco mi spiace perché il libro è un amico che è bello avere sul comodino della camera da letto. Un oggetto da scartare pagina per pagina oltre che leggere. La stessa cosa capiterà con i giornali quotidiani. Non possiamo pensare di opporci ai cambiamenti che l'informatizzazione porterà in tutte le nostre vite. Speriamo possa essere un modo per aumentare il numero di persone che si confrontano con le idee che ogni persona sia in grado di esprimere.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche questa novità merita di essere accolta senza ostracismo. Anzi, potersi riposare, anche gli occhi stanchi da giorni vissuti davanti ad un computer o, purtroppo allo schermo di uno smartphone, con la recita di una persona con voce suadente, potrebbe aumentare la voglia di ascoltare il pensiero di altri e di scambiarsi le proprie opinioni. Ben venga. Vedete io sono oramai vecchio e non sono, molto spesso in grado di utilizzare le nuove forme di comunicazione, ma sono in grado di capire che tutto ciò che serve per mettere ogni uomo di questo Pianeta, nelle condizioni di comunicare con ogni altro è la cosa che serve per evitare i disastri che stiamo vivendo attualmente. Sono gli uomini che, in assenza della politica, possono aiutare a vivere nella pace e nel rispetto reciproco.

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