Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

09 Gen
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Giovanni Samperisi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, ma anche leggere, è comunicare con il mondo, con il resto dell'umanità. E' una sensazione straordinaria poter legare idealmente tutti gli uomini nell'unico linguaggio degno di essere parlato e vissuto: il linguaggio dell'uomo evoluto, della mente, della ragione, del sentimento, il linguaggio che unisce e crea ponti solidi tra la gente e tra le genti.


 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Io non vorrei annoiare gli altri raccontando di me. Ma, è inevitabile, ogni scritto racchiude sempre anche un poco dell'anima di chi lo scrive. I miei sentimenti non sono temi agili e popolari di discussione in una realtà dove i novelli santuari sono i centri commerciali e le cose i nuovi gli idoli. Perciò di tanto in tanto mi reco nella piazza dei sentimenti difficili e cerco di parlarne con gli altri attraverso, appunto, il libro.


 


3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Come dicevo prima, il libro è uno strumento straordinariamente efficace per comunicare con gli altri. Con questo romanzo, nulla di originale, mi sono unito alla folla di quanti fin dall'alba dei tempi si continua a chiedere il perché del male. Risposte? Deboli, ma per dare senso a questa vita ci si prova ugualmente a sperimentare percorsi di speranza.


 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
"LUCE" il titolo. Ma faticoso è stato trovare la quadra. Giorni di tentativi ed estenuanti trattative tra la speranza e la resa, tra l'oscuro e il terso. Alla fine, la prospettiva affermatasi è stata quella della moderata prospettiva positiva che giunge a intravedere "tenui chiari d'aurora". Non c'è da festeggiare, ma è un buon inizio.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Giacomo Leopardi, Emile Zola, varia saggistica di genere storico e psicologico (Vito Mancuso, Noam Chomsky, Eric Baumann e altri).

Perché? Perché sono gli autori con cui ho il dialogo migliore e maggiori affinità ideali.

 

6. Ebook o cartaceo?
Decisamente cartaceo. Ma prendo atto che a casa mia ormai manca lo spazio e che nella valigia non riesco a mettere tutti libri che vorrei, perciò mi arrendo alla tecnologia.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
A 14 anni ho cercato di scrivere il mio primo romanzo. Ma della cosa non feci cenno a nessuno, perché mi vergognavo e per un malinteso senso del pudore non chiesi mai consigli. D'altronde, nella piccola realtà in cui vivevo le occasioni di confronto mancarono. Perciò rimossi l'idea. Idea che riemerse prepotente nel 1997, anno in cui pubblicai il mio primo romanzo.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce con me. Frammenti sparsi di vita che un bel giorno, non saprei per quale recondito mistero della mente, riaffiorano e spingono per essere ordinati e lasciati alla memoria dei figli.


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Il libro pubblicato è un figlio. Occorre altro?


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Forse i primi siete stati voi della BookSprint. Nemo propheta in patria sua e io temo sempre di tediare l'amico di turno a cui chiedere un giudizio. Giudizio che poi è sempre, chissà come mai, positivo. Il puntiglio e il pudore, come ricordavo prima, i miei tenaci ostacoli.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Per apprendere una lingua straniera potrebbero essere un mezzo efficace. Tuttavia, sono molto realista e ritengo che il "progresso" non si possa e non si debba ostacolare, ma a me piace leggere e a un mio figlio piccolo non regalerei mai un audiolibro. Io sono un insegnante e constato l'aumento fortemente esponenziale di ragazzi che non amano leggere e che, anche volendo provarci, ahimè non sanno leggere. E credo che l'audiolibro non li possa aiutare in questo senso.

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Lasciaun commento

 

Ultimi Commenti

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)