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09 Gen
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Intervista all'autore - Antonio Diaferio

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Casalnuovo di Napoli.

Principalmente ho vissuto a Leopardi, contrada di Torre del Greco.
Mia zia Isabella, per un breve periodo di tempo, intorno all'età tra i quindici e sedici anni, mi portò a Scandiano (RE) dai parenti. Ho trascorso abbastanza tempo per innamorami di quella regione. Terre immense, filari di platani, personaggi, lavoratori semplici. Ho acquisito quella mentalità che tutt'ora conservo. La mia Parma, città che mi ha stregato.

 


2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Piccole donne, un classico della letteratura, di Luoisa May Alcott.

Facilmente leggendo il libro, ti identifichi nei personaggi e se leggi in età adulta,
comprendi facilmente la psicologia dei personaggi.

 

3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sinceramente non lo so. Sarò strano, ma, quel profumo di carta che pizzicava il mio olfatto mi faceva sentire partecipe del libro.


 

4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Certamente si nasce con certo orientamento verso la scrittura, ma, troppo presto per capire la propria inclinazione. Crescendo, la maturità di indirizza verso quello per cui sei nato.


 

5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Nella sinossi del mio libro di poesie, già ho evidenziato il motivo per scrivere. A volte il motivo è liberarsi di quello che ti affligge o delle condizione che la vita ti riserva,


 

6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Se c'è un lettore che leggerà il mio libro, spero che acquisisca dalle mie esperienze negative, la forza e la volontà per vincere.


 

7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Si. Già dall'età giovanile mi piaceva scrivere e crescendo la coscienza ha preso corpo nella mia vita.


 

8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Per me è difficile. La mia memoria del passato mi rende vulnerabile. Ho scritto il libro di poesie, non tanto per scriverlo, ma per voltarmi all'indietro e ricordare.


 

9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No. Volevo scriverlo. Tutto mi spingeva a farlo.


 

10. Il suo autore del passato preferito?
Tanti, ma, Alberto Bevilacqua è stato per me un faro.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Confermo ciò che risposto alla domanda del punto tre, ma, è anche utile. Si può leggere anche con pochi soldi, è utile per la divulgazione dell’opera.

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