La lettura completa della silloge evidenzia quanto sia importante il paesaggio che circonda l’uomo, quanto ogni cosa diventi simbolo di qualcos’altro; così il vento, che ricorre spesso come fenomeno naturale a sé stante, diventa invece il simbolo di quella destabilizzazione in cui l’autore si ritrova, quasi assorbito da un vortice in cui andare avanti diventa impossibile, in cui andare indietro diventa assurdo; impantanato dunque fra passato e presente nella sua solitudine più totale.
Il poeta raggiunge l’anima del lettore in un veloce susseguirsi di emozioni, nelle quali spesso non ci si sofferma. La lettura dunque procede veloce, quel che conta soprattutto è la capacità di raggiungere il lettore mutando qualcosa in lui: questo avviene a volte in modo potente e improvviso. Ogni lirica resta impressa nell’animo di chi legge, ciascuno può riconoscersi in quei versi che verranno interiorizzati a seconda dello stato d’animo in cui ci si ritrova.
Nato a Casalnuovo di Napoli (NA), Antonio Diaferio è una persona che ha percosso la fanciullezza e la gioventù in punta di piedi. La sua difficile esperienza familiare gli ha procurato sofferenze e illusi amori, facendolo ritrovare solo in mezzo al vento impetuoso, e ad una ricerca affannosa di trovare un ramo o un fiore per reggersi. Tutto ciò ha portato in lui uno scompenso psicologico che ho cercato di guarire con i miei versi.