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28 Lug
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Intervista all'autore - Renato Carvelli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Mi chiamo Renato Carvelli, vengo da Crotone, una provincia della Calabria situata su Mar Ionio. Sono cresciuto a Scandale, un paesino collinare a 20 kilometri da Crotone, dove da quasi 30 anni mi sono definitivamente trasferito sia perché ho conosciuto la mia compagna del luogo e sia per le opportunità lavorative. Da ragazzo ho sempre lavorato e lavoro nel campo della ristorazione. Fin da giovane ho sempre scritto e scrivo saggi, poesie e testi musicali, vista anche la mia passione per la musica, e molti di questi testi sono stati anche e incisi e musicati da mio fratello Gianni. Ho deciso di intraprendere la stesura del mio libro circa due anni fa perché sentivo l'esigenza di esplicare ciò che è stata ed è la mia passione primaria, la ricerca della verità.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Prettamente nel primo pomeriggio, prima di andare a lavoro e poi alla sera tardi, perché con la quiete serale ho modo di essere più concentrato.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Non ho un autore preferito perché i libri che ho sempre prediletto sono testi sacri e inerenti alla sacralità e testi storici sulla letteratura antica prettamente cristiana ma anche di tutte le altre religioni. Tuttavia, il libro che mi ha colpito particolarmente è: “La chiave di hiram" di Christopher Knight e Robert Lomas.



4. Perché è nata la sua opera?

Per cercare di far comprendere al pubblico che il buon senso e la coesistenza nasce dal libero pensiero senza che vi siano vincoli indottrinali che possano essere sia religiosi che politici o quant'altro, ove questi hanno portato e portano sempre odio e pregiudizi impropri nel rispetto dell'uomo.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Ha influito molto, ma sono convinto che la mia indole in qualsiasi contesto sociale sia del passato che del presente abbia in ogni caso avuto lo stesso fine.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Credo che l'uomo abbia sempre evaso la realtà con illusioni. Personalmente ritengo che io sia uno tra i pochi, anche se vige una piccola percentuale di evasione della realtà, che esprime come è la realtà.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Nei primi due capitoli vi è molto di biografico, ovviamente, nel terzo capitolo, non posso essere il protagonista perché il protagonista è un predestinato.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Mia figlia Fiorella e mia moglie Rosa, vista anche la preparazione di mia figlia, laureata in Lettere e Beni Culturali.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Ovviamente a mia figlia e a mia moglie.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Personalmente ritengo che sia giusto accettare le nuove tecnologie di lettura ma dissento, in quanto ritengo che sia molto più bello e coinvolgente recarsi in una libreria, acquistare un libro e sfogliarlo pagina dopo pagina.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sull'audiolibro sono d'accordo perché potrebbe essere più rilassante e comodo, anche se ovviamente non dà lo stesso effetto della lettura.

 

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Sabato, 29 Luglio 2017 | di @BookSprint Edizioni

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