1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un maresciallo maggiore della Guardia di Finanza in pensione per gravi motivi invalidanti. Ho trascorso trent'anni al servizio delle Istituzioni, della Giustizia e dei cittadini, cercando di dare la mia professionalità, il buon senso e la saggezza agli eventi che si presentavano nella vita professionale e non. Lo scrivere un libro mi ha distolto, nel quotidiano, dalle varie sofferenze fisiche dovute, appunto, alla mia invalidità, trascinandomi in un percorso mentale e metafisico che rasserenava la mia esistenza. Sono una persona che ama molto scrivere, avendo frequentato anche Istituti scolastici prettamente a carattere letterario, come il Liceo Classico e l’Istituto Magistrale.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Normalmente quando gli altri dormono, mi metto avanti alla finestra osservo le stelle, la luna e rifletto su quanto siamo un pulviscolo infinitesimale del firmamento che ci circonda.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Pier Paolo Pasolini.
4. Perché è nata la sua opera?
Per dare verità agli eventi che si sono succeduti nella mia carriera professionale.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Abbastanza.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Può rappresentare entrambe le cose.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Io.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Questo è il primo, spero lo leggano in tanti.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Può essere, anche se personalmente preferisco il cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ben venga, può essere molto utile anche per i non vedenti.