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24 Ott
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Intervista all'autore - Enzo Casagni

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nato a Roma il 7 ottobre del 1941. Ho frequentato gli studi classici presso il Liceo G.B. Vico di Roma. Ho conosciuto Cristina in un paesino della Toscana, Montefollonico, nel '62, un anno dopo aver preso la Maturità Classica: uniti in matrimonio nel '64 a Pienza nella Chiesa di S. Caterina. Abbiamo “insieme” vissuto una straordinaria storia d'amore, nonostante molte difficoltà, allietata dalla nascita di due figli: Cristiano e Barbara. Dopo quasi cinquant'anni una malattia l' ha portata via, lasciando in me un vuoto che a tutt'oggi non riesco a colmare, se non nel ricordo. Questo evento doloroso, unito al nostro amore, ha determinato la mia nascita di scrittore. Come non far conoscere “cosa” Cristina è stata per me e la nostra vita “insieme” vissuta per tanti anni? Questo mio ultimo libro: “Scintille d'amore...” conclude la mia Trilogia Autobiografica dopo “Cristina... Enzo Storia di un amore” e “Enzo... l'incontro con Gesù”.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non esiste un momento particolare, dipende tutto da molte circostanze: un’ emozione, un tramonto tinteggiato di rosso, un giorno che nasce e l'incognita delle sue ore, un ricordo improvviso, un silenzio che non ha fine e... così via. Anche la notte mi vede digitare sulla tastiera, specialmente ora che la poesia mi ha sedotto in maniera indecente.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

A dire la verità, non ho un autore contemporaneo nelle mie preferenze. Sono rimasto agli scrittori dei miei studi classici, in particolare: Saffo, Catullo, Dante, Leopardi, D'Annunzio... Attualmente mi sono letteralmente tuffato nella poesia con autori, in primis: Garcia Lorca, Pablo Neruda, Jacques Prévert, Rafael Alberti, Pedro Salinas, Alda Merini...



4. Perché è nata la sua opera?

Come detto in precedenza, lo “strappo” subito con il “volo” di Cristina in Paradiso, ha reso possibile la nascita di “Scintille d'amore...”. Ho sentito la necessità di scrivere, come in un diario, e comunicare a Cristina ciò che la vita mi offriva in sua assenza. Era come continuare a vivere il nostro rapporto oltre il tempo e lo spazio.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

La mia formazione letteraria è essenzialmente legata ai miei studi classici. Penso, per citare un esempio, come la “Pioggia nel pineto” di Gabriele D'Annunzio mi abbia donato una ricerca di musicalità nello scrivere, in modo particolare nella poesia.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Scrivere per me è un modo per raccontare la realtà che mi circonda comprese le mie emozioni. Le “Scintille d'amore...” (come riportato nel Prologo) esprimono tra l'altro: “il silenzio di un sospiro, una lacrima che stenta ad uscire, un dolore che non trova riposo, un brivido d'amore che stordisce, un ricordo che sfuma nell'impossibilità di essere colto, un cuore che batte come un' eco lontana, un volto che sfuma nei colori di un tramonto carico di luce, baci che non si possono cogliere, parole che non hanno suono, occhi che non riescono a vedere, preghiere che si presentano mute...”



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

C'è tutto il mio amore per Cristina, “volata” in Paradiso il 17 gennaio del 2014. “Scintille d'amore...” è un colloquio, sotto forma di diario con la mia amata, che sembra scorrere oltre il tempo e lo spazio.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Sì, la mia adorata Cristina e tutti gli anni meravigliosi vissuti “insieme” a lei. Tutto ebbe inizio con un ballo nel '62 in quel di Montefollonico e... non ci siamo più lasciati: un ballo, un primo ballo, un semplice ballo.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Il libro non è ancora uscito. Il “manoscritto”, come sempre, l'ho consegnato ad Alba, la mia guida spirituale.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?

Ma, non so che dire... Vengo da una visione classica del libro.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Io preferisco l'emozione che mi dà lo sfogliare e leggere le pagine di un libro. Credo, però, che, in alcune occasioni o momenti, l'audiolibro possa essere più utile.  

 

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