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02 Lug
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Intervista all'autore - Liliana Nigro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Ho sempre amato molto scrivere e depositare sul foglio bianco i miei pensieri che, a seconda delle circostanze e delle emozioni, si formavano e mi invitavano a metterli fuori anche se non sempre ci riuscivano e li aspettava il silenzio. Scrivo volentieri solo quando mi emoziono, quando credo a quello che dico e vivo e scendo nella vita del protagonista della storia.




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Come credo di aver detto in qualche sinossi precedente, ho iniziato a scrivere e a pubblicare il mio primo libro in tarda età, quando il tempo rende più che evidenti i suoi segni (conto un bel pacchetto di anni: sono 76….) e quindi ho potuto vivere ed accumulare tante e tante esperienze che poi, in forma a volte allusiva, a volte nascosta, a volte meno, vengono fuori e si intrecciano nella storia di questo libro.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Per me scrivere questo libro è stato quasi un’esigenza di vita, una necessità di dare forma concreta ed espressiva ad una realtà, ad una verità che si augura non debba mai essere cancellato e reso nullo il tentativo di un uomo che sta cercando di farsi strada nella vita. Ecco quindi l’importanza della scuola, di questa grande istituzione nella vita di una persona, ma vi si aggiunge anche la responsabilità che l’uomo ha nei riguardi del creato e della natura. L’uomo deve ammirare le bellezze naturali e le sue evidenti presenze sul territorio e non ignorarle, per soddisfare ed incrementare i propri interessi, né deturparle e sconvolgerle, privandole dei loro benefici effetti. In questo libro sono due gli aspetti presi in considerazione su cui la storia scivola nel suo naturale sviluppo: il dissesto idrogeologico la presenza della scuola nella vita di un uomo. Su tutti e due l’intervento dell’uomo, se maldestro, poco rispettoso e quasi indifferente, può modificare il regolare felice percorso della vita dell’essere umano.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

È stata molto semplice, anzi è venuta spontanea ed immediata appena ho pensato di scrivere il libro. “La matita rossa e blu” rappresenta bene questo intervento dell’uomo sull'uomo stesso e sulla natura.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Un solo scrittore? Tanti... e di tutti i generi. Adoro leggere, ma se proprio dovessi scegliere, sarei principalmente orientata verso tutta la nostra letteratura e di ogni epoca, nonché la letteratura russa perché meglio rispondono alle mie esigenze di pensiero.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo sicuramente, ma per facilità di consultazione e diffusione, penso sia ottimo l’book, perché consente l’opportunità di lettura e di pensiero ovunque e comunque.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Ci pensavo da molto, molto tempo, ma rimaneva sempre un sogno nel cassetto, ben custodito e mai realizzato. Successivamente, interventi esterni di fatti ed impatti mi hanno dato la carica necessaria per far scivolare la penna sulle pagine di un foglio.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

I ripetuti fatti di cronaca dei media che evidenziano i vari e i tanti disastri del nostro territorio mi hanno fatto riflettere su quanta poca attenzione si dia al nostro territorio e forse da essi ho sviluppato il desiderio di dare corpo alla storia del libro, ma a questo aggiungo anche la mia esperienza scolastica ed il percorso della mia vita e dei miei legami.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Non lo so, o meglio non riesco ad esprimerlo... è sicuramente una forte emozione che vivo ed a cui quasi non credo, ma insieme a questo c’è anche molto timore di non essere stata in grado di esprimere meglio il mio pensiero.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Come per gli altri libri, è stato l’avv. Giancarlo Calarota che gentilmente mi ha messo a disposizione le sue capacità e inoltre, con un bagaglio culturale di elevato spessore, mi rassicura con un suo giudizio amabilmente obiettivo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Tutto il bene possibile. È una grande opportunità rendere agevole e arricchire la divulgazione, la lettura e il passaggio del pensiero. Non bisogna mettere mai limiti a tutto quanto facilita questo processo di conoscenza e attiva e mette in moto la creatività, l’immaginazione, la fantasia, la sonorità, la musicalità ecc… e sviluppa e rafforza tanti altri processi, ma sommessamente aggiungo anche che il profumo e l’intensità della parola, del pensiero su carta è una bellezza quasi fisica e direi interiore, insuperabile nel tempo. Il libro è come una scultura del pensiero e della parola perché svela tutte le sue pieghe espressive.

 


 

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