4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Direi proprio un colpo di fulmine. A seguito della dipartita di mia moglie, ho trovato "rifugio" nella scrittura, vedendo un appiglio e successivamente la luce!
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
In realtà questo è un libro di racconti, scritti da alunni di terza media, di due Istituti Scolastici di Misterbianco . I racconti pubblicati in questo libro, sono stati selezionati da un'apposita commissione, fra tutti coloro che avevano partecipato al premio letterario "Graziella Corso", da me creato e dedicato alla mia amata moglie. La traccia che ho dato agli alunni è stata: la scrittura come terapia.Il risultato è stato fantastico!
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La scrittura, in questo caso per i ragazzi che hanno aderito a questo concorso letterario, è stata fonte di esternazione da parte di coloro che magari, non riescono a confidarsi o ad aprirsi con i genitori, insegnati o amici. In questo caso, scrivere qualcosa di vero e autentico, ha rappresentato una valvola di sfogo.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da ragazzo scrivevo lettere, poi l'evento legato alla scomparsa di mia moglie, ha fatto da traino.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La denominazione che è stato dato a questo libro: Quaderno Antologico. Proposto, ovviamente, da un insegnate, è stato fin da subito, e lo è tuttora, fonte di curiosità e di domande.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mai. L'obiettivo era come impresso nella mia mente, e, alla fine, si è realizzato.
10. Il suo autore del passato preferito?
Carlo Collodi, all'anagrafe Carlo Lorenzini, con Pinocchio.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il mio primo libro: Graziella storia di una donna "guerriera" edito dalla Book Sprint Edizione, è anche in formato audiolibro. Penso che, forse, non siamo ancora pronti a questo nuova frontiera, a differenza di inglesi e americani, già avanti da tempo. Ma è anche giusto perseverare, i non vedenti, ad esempio, hanno bisogno di ciò e il lavoro che sta svolgendo il mio editore, Vito Pacelli, credo vada anche e non solo, in questa direzione.