2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Agli adolescenti è difficile dare dei consigli, si rischia di sbagliare e di danneggiarli oppure di essere considerati dei noiosi chiacchieroni ed essere presi in giro. Il consiglio che mi sento di dare in tutta modestia è di stimolare la propria curiosità con la lettura, cominciando con degli approfondimenti di ciò che si apprende a scuola, ad esempio con la lettura integrale di autori ed opere che a scuola per motivi organizzativi vengono trattati in maniera sintetica. Così ci si abitua a leggere e man mano, spinti dalla curiosità, si andranno a cercare anche le opere contemporanee, che saranno lette con pieno profitto grazie alla formazione acquisita con la lettura di opere classiche.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Per una persona della mia età, seppure abituata come me a trascorrere diverse ore al giorno lavorando al computer, sfogliare un libro è una delle sensazioni più emozionanti e gratificanti. Tuttavia non c'è dubbio che ormai l'e-book si stia accompagnando al libro classico e si andrà affermando sempre di più, non solo perché è una novità tecnologica che attrae soprattutto i giovani, ma anche perché riduce sensibilmente i costi. Non penso tuttavia che ne cancellerà la memoria. Per alcuni anni prenderà persino il sopravvento ma poi il libro cartaceo tornerà di moda e i due sistemi viaggeranno insieme.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Lo stimolo alla scrittura è un'esperienza individuale e non credo se ne possa generalizzare l'origine. Alcuni ricevono questo dono da un bravo professore di liceo, altri dall'esempio familiare, altri dalla propria natura di osservatori delle cose e delle persone che li circondano, altri ancora da tutte queste spinte insieme ed anche per altri motivi. Personalmente ho cominciato a scrivere in età avanzata, in prossimità dell'andata in pensione da professore universitario di microbiologia. Fin da ragazzo avevo sognato di mettere in prosa sensazioni ed esperienze di vita, ma non avevo saputo cercare la giusta concentrazione per farlo. Ero certo che prima o poi mi sarei messo a scrivere, perché da giovane avevo fatto il giornalista a livello dilettantistico e sapevo che mi piaceva molto scrivere. Finalmente l'ho fatto quando ho cominciato a tirare i remi in barca rispetto al mio lavoro di ricercatore e di docente di cose scientifiche. Mi sono subito accorto che mi piaceva farlo, che avevo tanti ricordi, tante idee che avevo bisogno di mettere in forma organizzata. Ora quando ci penso mi meraviglio di non aver trovato la forza di cimentarmi prima.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
"Professore lei ha errato" è il mio secondo libro. Il primo, un giallo intitolato "La Prova dell'Angelo Musicante" (edito da Albatros), l'ho pubblicato quasi due anni fa. Questo invece è una raccolta di racconti che riassumono tanti ricordi, tante emozioni vissute prevalentemente durante la gioventù. Erano anni che desideravo mettere in forma organica personaggi e situazioni della mia vita e di quella di persone che ho conosciuto e amato. Sentivo proprio il bisogno di farlo, quasi come un debito con le mie radici e con le persone che mi avevano aiutato a crescere. Ho fatto però molta attenzione a non dare ai racconti un taglio autobiografico. Ciò mi ha consentito non solo di dare sfogo alla mia fantasia, modificando spesso in maniera radicale i personaggi e integrandoli fra loro, ma anche di raccontare storie più recenti non direttamente collegate ad esperienze personali.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Attraverso i personaggi, le storie, le situazioni, i ricordi messi insieme in questo libro spero di dare a chi legge un quadro d'insieme di ciò che è la vita con tutti i suoi risvolti negativi e positivi, con le sue emozioni, i suoi errori, i suoi sentimenti. Lo scenario è quello della città di Napoli e dell'area vesuviana. Tutto ruota intorno al Vesuvio che, dall'alto della sua paterna ma anche severa autorità, rappresenta l'occhio che osserva la vita in modo distaccato e perciò può darne un quadro fedele. Il messaggio è di offrire al lettore una visione realistica di ciò che è la nostra vita, nel bene e nel male.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Credo di aver dato risposta almeno in parte a questa domanda (domanda n. 3). Qui potrei aggiungere che i sogni giovanili spesso vengono repressi da obblighi ed impegni della crescita e possono poi riemergere quando in età matura la mente è più sgombra, quando non ci sono più gli impegni inderogabili e le pressioni ambientali. È proprio questo il mio caso.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Negli ultimi tempi ho ripreso a frequentare vecchi amici di gioventù, grazie ai quali ho rivissuto, attraverso i racconti di ognuno, episodi e personaggi di tanti anni fa. Le emozioni di questi incontri mi hanno dato la spinta definitiva a mettermi a scrivere.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, non ho mai pensato di interrompere questo lavoro, sono andato fino in fondo con la convinzione che il progetto andasse portato a termine.
10. Il suo autore del passato preferito?
Mi sono formato negli anni sessanta e ho amato tanti autori classici, da quelli russi a quelli inglesi e francesi. Poi man mano ho cominciato a interessarmi anche dei contemporanei. Se posso fare degli esempi direi Gogol, Sartre e Moravia sono quelli che ho amato di più.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi rifaccio alla risposta che ho dato alla domanda n. 3. L'audiolibro ha in comune con l'e-book la versatilità e il basso costo. A questi vantaggi aggiunge anche il piacere dell'ascolto. Credo che si affermerà sempre di più, affiancandosi alle altre due modalità. L'audiolibro ha inoltre un particolare valore sociale, perché consente di estendere il piacere del libro anche a coloro che a una certa età hanno difficoltà a trattenersi a lungo nella lettura e soprattutto agli sfortunati che non hanno il dono della vista.