Ha avuto una certa diffusione ed è ancora reperibile. Poi son arrivate altre due opere di narrativa nel 2006 e 2010; questa è quindi la quarta, direi la più ponderata e vissuta, anche la meglio costruita, tratta da esperienze di "donne dell'età di mezzo" che hanno arricchito il mio dialogo e le mie conoscenze sul mondo femminile nel "periodo dell'età matura". Per la verità gran parte del contenuto giaceva nel cassetto da oltre un decennio: ho deciso di "dargli luce" sia perché è aumentata la disponibilità di tempo e diminuiti gli impegni, sia perché sono stato allettato dalla proposta di BookSprint che, con la sua efficienza, non mi ha dato alibi per procrastinare ulteriormente la stampa.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Direi la sera, ma non è regola fissa. Sono più importanti l'ispirazione, l'occasione e la disponibilità di tempo.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non posso sceglierne uno. La mia predilezione va per le opere di saggistica e scienza, piuttosto che per quelle di letteratura e narrativa, in un panorama piuttosto vasto e quindi è vasto anche il pool degli autori. Mi piacciono Eugenio Scalfari, Federico Rampini, Umberto Eco, Piero e Alberto Angela, per dire. Tra gli stranieri, Alice Munro e Josè Saramago nella letteratura, m'è piaciuto molto Isaac Asimov, per la poesia Brodskij e la Szymborska oltre, ovviamente, ai nostri maggiori del novecento.
4. Perché è nata la sua opera?
Per un bisogno di trasmettere in uno scritto la profonda esperienza tratta da un dialogo molto ricco e formativo con donne - moglie, amiche e colleghe - nel loro articolato vissuto della "età di mezzo", prese tra le incombenze della propria famiglia, dei figli da crescere, e quelle dei genitori anziani. Nonché delle turbe che possono nascere nella psiche nel frenetico divenire della società odierna di cui, a mio avviso, costituiscono il perno. C'è anche la malattia, sempre in agguato. Di mio ho aggiunto la trama e una struttura che potesse essere interessante e accattivante.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi molto. Ho raccontato sempre e solo esperienze tratte dal mio vissuto. Personale, emotivo, sì, ma sempre ispirato dal contesto sociale ed emozionale in cui le esperienze di vita e la cultura mi hanno portato. Anche quando ho scritto in versi ( mi attraggono gli Hayku, le miniliriche giapponesi) a parlare è sempre ciò che entra dagli occhi e prende le vie dell'anima.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Decisamente il secondo aspetto, raccontare la realtà. Ma cos'è la realtà ? E' la forma che i fatti assumono nella percezione interiore, quindi, a suo modo, un sogno individuale che si dipana oltre i confini del concreto.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Al momento stesso in cui una persona si mette a scrivere, i fatti che racconta diventano una "cosa personale", questo è ovvio. Venendo più nel particolare e nel concreto, c'è innanzitutto il narratore che si traveste da narratrice per dare maggiore risalto al femmineo che si manifesta. Di tanto in tanto affiora, nel racconto, anche la figura dell'uomo che la protagonista sceglie come compagno ideale: in costui mi sono identificato, più come tensione ad esserlo che come presunzione d'esserlo effettivamente.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Come dicevo prima: mia moglie, delle amiche e delle colleghe confidenti. I momenti del loro vissuto e le loro confidenze sono però intrecciate e variamente distribuite nella struttura del racconto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie, ma solo quando BookSprint mi ha mandato la copia omaggio.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Mah, le opinioni sono discordanti e variabili. Proprio oggi ( 24 settembre) un articolo del quotidiano "la Repubblica" sembra decretare il "de profundis" degli e-book, tempo addietro invece leggevo dell'inarrestabile avanzamento degli stessi. Non li ho mai letti, non ne conosco la distribuzione, penso però che tra i giovani verranno scelti di più.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Qui mi mancano proprio gli strumenti minimi per esprimere una opinione.