2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente “Pinocchio”. Pinocchio descrive la metafora della vita. Ricordo di averlo letto almeno dieci volte e ci si accorge che a leggerlo ogni dieci anni si trovano verità che erano sfuggite dieci anni prima. Pinocchio descrive la vita con le sue false verità, coi suoi falsi amici, con i veri amici, con le illusioni con le speranze, con l'amore. Un gran libro che andrebbe tenuto sempre a portata di mano. Leggerlo ogni dieci anni sempre con occhi nuovi.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Purtroppo sono un tradizionalista, forse anche con risvolti maniacali, ma direi anche romantico. L'emozione che si prova a scegliere un libro fra gli scaffali di una libreria e successivamente a sentirne il fruscio delle pagine fra le mani, non è paragonabile con nessun scorrimento di pagine sopra uno schermo. Non riesco ad immaginare tutti i miei libri che ora sono disposti sui miei scaffali disseminati per casa, "concentrati" dentro una scatola elettronica in una miriade di file. Passare in rassegna i libri nelle scaffalature ti ricorda momenti di vita, i momenti in cui li hai letti, l'emozione che hai provato quando li hai comprati, quando li hai studiati e riletti e sfogliati. No, non c'è paragone! Purtroppo l'e-book prenderà il sopravvento ma io spero sempre di poter vedere una persona, magari un giovane, seduto su una panchina a leggere un libro e magari con una matita in mano a scrivere appunti a margine del testo.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Mi sono sempre trovato bene a scrivere, mi è sempre riuscito con facilità. Ricordo anche a scuola nei compiti in classe di italiano non avevo difficoltà a mettere per iscritto mi miei pensieri. Non ho mai preparato un compito di italiano, sapevo che qualsiasi argomento avessi dovuto trattare, in qualche modo lo avrei affrontato. Poi col passare degli anni, nel momento in cui il lavoro mi ha concesso qualche tregua, ho pensato (incoraggiato anche dalla famiglia) di mettere per iscritto i pensieri che avevo maturato durante la mia vita. È stato quasi per gioco che ho cominciato a scrivere, è stato quasi l'elaborazione di un diario che avrei magari dovuto scrivere durante tutta la mia vita, ma in definitiva quello che avevo in mente, anche fin da ragazzo, lo avevo tutte dentro di me, quindi è stato facile estrarre dai miei neuroni tutti i pensieri, le emozioni, le conoscenze che avevo accumulato e trasferirle nelle pagine di un libro.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Sicuramente mia figlia e mia moglie. Sono naturalmente schivo nel manifestare i miei pensieri, ma la mia famiglia mi ha spinto a mettere nero su bianco quello che avevo dentro di me. Il gioco è stato fatto. Ha avuto un inizio col primo libro pubblicato, ha avuto un seguito con questo secondo libro e spero abbia una continuazione. Non ho saputo resistere a coinvolgere Dante nel miei pensieri, lo amo a tal punto da esserne contagiato. Infatti il primo libro ha come sottotitolo "Cosa c'entra Dante col Big Bang", il secondo "Cosa c'entra Dante con Darwin" ed il terzo che ho in programma "Cosa c'entra Dante con… " Non ve lo posso dire perché sarà una sorpresa sconvolgente.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non credo di avere la qualità né l'ambizione di inviare alcun messaggio. Quello che vorrei tentare di comunicare è la meraviglia che si può provare davanti ad un verso di Dante o di Leopardi, oppure davanti ad una scoperta scientifica che ti apre gli occhi e la mente verso orizzonti sconosciuti. Non si può rimanere impassibili e insensibili davanti ad un verso come "Vergine madre figlia del tuo figlio" oppure davanti alla formula della relatività E = mc2. Come ha fatto Leopardi a descrivere "L'infinito" con tre versi come: “interminati spazi, sovrumani silenzi e profondissima quiete. Provate voi a non rimanere stupiti. !
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Lungi da me il pensiero di poter diventare uno scrittore. È stato, credo, un peccato di vanità vedere pubblicato un libro col mio nome sopra. Ancora oggi quello che scrivo lo ritengo un capriccio ed una soddisfazione personale. Poter trasferite nelle pagine di un libro i miei pensieri mi fa provare la sensazione di catalogare gli avvenimenti che ho attraversato.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo con piacere la facilità con la quale i concetti che volevo esprimere scaturivano dalla mia mente. Ricordo anche con soddisfazione l'idea che mi è venuta durante la scrittura del testo (che in definitiva è costituito dalle varie risposta alle domande che mi sono posto) di inserire alla fine appunto di ogni risposta, un racconto fantastico, a volte vero ed a volte addirittura fantascientifico e che riguardava l'argomento trattato.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ho mai avuto dubbi, anche perché il libro è fatto di domande e risposte senza un filo conduttore apparente e quindi avrei potuto interromperlo in ogni momento.
10. Il suo autore del passato preferito?
Non ho dubbi: Dante. Anche se ho attinto da altri grandi autori le mie convinzioni e conoscenze. Potrei citare Leopardi, Stephen Hawking, Asimov, E.A. Poe, Simenon e qui mi fermo per non far torto a nessuno.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Vale la risposta che ho dato al punto 3. Per me il libro ha un fascino unico e spero ci sia sempre qualcuno che ne prenda una copia in mano. Magari il mio.