Col tempo ho imparato a commentare le mie giornate arricchendo dei particolari in maniera molto romanzesca, e quando mi è stata fatta notare questa cosa, dopo che un mio amico ha riflettuto sul fatto che per alzarmi dal letto e andare in cucina a bere dell'acqua ci ho speso una pagina di quaderno, ho pensato di avere una qualità rispetto a chi abitualmente tiene un diario. E ho cominciato così, raccontando di una lontana estate (Il Canto delle Cicale), per passare poi al suo seguito (L'Eco delle Cicale) ed infine a “Timida stella morente”.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La notte, per esclusione necessaria: troppo impegnativo il giorno, non troverei mai il tempo necessario per scrivere. La notte invece non ha intoppi, tranne il sonno... ma se non arriva possono nascere delle belle cose.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Stephen King in assoluto. Non amo scrivere di storie dalla suspense garantita, ma amo leggerne parecchie e King rimane ai miei occhi il re incontrastato.
4. Perché è nata la sua opera?
Perché avevo voglia di scrivere di una Roma cinica e romantica al tempo stesso, e di solito storie di amore e malvivenza sono un binomio vincente.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto. Questo romanzo, come gli altri, nascono da spunti di vita vissuta veramente. Nel dettaglio non è descritto nulla di veramente esistito, ma un anno vissuto a Roma intensamente come quello che ho vissuto io equivale ad una bella fetta di vita vissuta normalmente.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi, se si trova il perfetto connubio si può creare una storia bellissima, fatta di lacrime di gioia e dolore. Fantasia e realtà possono convivere nella misura in cui non si ecceda in entrambi i casi. L'importante è che il lettore non noti mai la differenza tra le due cose: se ci riesci sei bravo.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto. Il personaggio principale mi assomiglia tantissimo, fa tutto ciò che farei io in determinate situazioni, tutto ma proprio tutto, e mi fermo qui.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non stavolta. In passato ho avuto sia buoni consigli, sia una musa ispiratrice. Stavolta niente del genere, è tutto 100% made by myself.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia ex compagna Flavia, perché ero ancora al suo fianco. Essendo un'insegnante e una gran lettrice ho chiesto un aiuto a livello grammaticale ed un giudizio disinteressato, mentre la mia attuale compagna ha letto l'anteprima ufficiale e ne stata entusiasta.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Potrebbe, purtroppo. Sfogliare pagine di carta ha un fascino immortale, digitare strisce su un tablet è una cosa fredda e priva di fascino, ma chi potrà mai fermare l'onda tecnologica?
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una cosa che mi piace ma al tempo stesso rischia di annoiare. E c'è il rischio che la voce prestata a presentare un romanzo non colga un accento o un tono più alto rispetto ad un'altra parola, rischiando di mischiare sensi e significati. ogni lettore da una sua interpretazione leggendo, con l'audiolibro questa opportunità rischia di svanire.